google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 borsaipnos: 01/02/10 - 01/03/10 google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Analisi di borsa settimana 22/26 febbraio e previsioni

Nessuno si era illuso che il doppio minimo del 5 (20.815) e del 9 Febbraio (20.818) sarebbero bastati per avviare un rialzo duraturo. Infatti, preciso come un oracolo, il 25 è giunto il terzo a 20.843. Ora questi 3 minimi costituiscono una linea di supporto ben più importante, rinforzati oltretutto dalla media mobile a 50 settimane (gialla, sul grafico a 2 anni) passante ora a 20.935, quindi oltre la linea stessa. Diciamo che a questo punto l’indice non ha più margini per scendere, se lo facesse sarebbe una Caporetto che comprometterebbe il rialzo di lungo termine iniziato a febbraio 2009.

Che la borsa avrebbe iniziato un trend laterale lo avevamo messo in conto nel post del 21 ma avremmo preferito che avesse avuto un’escursione minore. Un range di 1113 punti nell’ultima ottava (min. 20.780-max. 21.896) è la gioia (o i dolori) dei day-trader ma non fa bene alle coronarie.
Ora prevedo e auspico, un assestamento del range su valori più contenuti e con minimi in salita, con lento avvicinamento a quel livello di 21.922 punti che, come ho sempre detto, costituisce un valico tra rialzo e ribasso.

Nel frattempo dovrebbe muoversi all’interno del triangolo formato dal livello a 20.818 e la linea (rossa) che congiunge i massimi in discesa del 2 febbraio (22.413) e del 19 (21.772) .
La Borsa è in convalescenza e la cura migliore, per riacquistare le forze, è un lento, tranquillo, sereno movimento laterale e, soprattutto, nessuna notizia negativa.

Dividendo di 0,104 € proposto per Parmalat

Nel quarto trimestre Parmalat ha realizzato un utile netto di 235,5 milioni di euro (+572% rispetto allo stesso periodo del 2008), soprattutto grazie a proventi straordinari legati alle transazioni legali decisamente superiori alle attese degli analisti. In virtù di tali introiti straordinari, la posizione finanziaria ha chiuso l'anno con un attivo di 1,385 miliardi di euro.
Il fatturato dell'intero 2009 è salito dell'1,4% a 3.964 milioni di euro. Il margine operativo lordo è stato di 367,8 milioni (+16,2%).
L'utile netto si è attestato a 519 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 673,1 milioni del 2008 prevalentemente a causa di minori proventi da transazioni legali raggiunte nel corso dell'esercizio.
Verrà proposto un dividendo complessivo pari a 0,104 euro per azione (da 0,173), di cui è stato già versato un acconto pari a 0,041 euro, con 0,063 euro per azione che verranno versati a saldo.
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Dividendo di 0,20 € proposto per Geox

L'utile operativo rettificato è sceso a 134 milioni di euro da 173 milioni di euro: la redditività operativa scende a 15,6% da 19,4%. L'utile netto passa a 84 milioni di euro da 124 milioni di euro. A fine 2009 la posizione finanziaria netta è positiva per 102 milioni di euro, il doppio rispetto a fine 2008 e meglio delle aspettative.

I dati sono in linea con le attese degli analisti. Meglio del previsto il dividendo, il consiglio di amministrazione propone all'assemblea 0,20 euro.
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La riscoperta della Tobin tax

"Non è accettabile che nel settore finanziario i benefici del successo vengano attribuiti ad una minoranza mentre i costi del fallimento siano messi in conto a tutti noi. I mercati finanziari globali vanno guidati verso una maggiore aderenza ai valori condivisi dalla stragrande maggioranza dei cittadini: duro lavoro, senso di responsabilità, integrità e correttezza. Dobbiamo ideare un contratto sociale ed economico più efficiente tra istituzioni finanziarie e il pubblico, che si basi sulla fiducia reciproca e sulla equa distribuzione di rischio e rendimento." Non è la citazione di un militante no-global: è un estratto del discorso con cui il premier britannico, Gordon Brown, si è rivolto ai colleghi del G20 dello scorso fine settimana, tenutosi a St. Andrews (Scozia).
Brown fa sapere al mondo che desidera mettere in riga le banche, cioè quelle efficienti istituzioni che, secondo una stima di Bloomberg, sono costate ai cittadini dei paesi occidentali qualcosa come 500 miliardi di dollari tra iniezioni di capitale a copertura delle perdite, garanzie ed altre forme di salvataggio dal fallimento. Brown non ha una ricetta ben definita: potrebbe infatti trattarsi di costringere le banche a pagare il premio di una specie di "polizza assicurativa" a fronte del diritto ad usufruire del sostegno pubblico in caso di necessità (ipotesi sponsorizzata dagli Americani); ovvero della costituzione di un fondo speciale; o dell'emanazione di regole transitorie in materia di capitale da allocare a fronte degli impegni assunti; oppure ancora - teniamoci forti - di una tassa globale sulle movimentazioni di tipo finanziario (operazioni in cambi e derivati).

Dubai: la crisi batte un colpo

La crisi ha battuto un colpo e Dubai è rimasta al tappeto. Tecnicamente la richiesta di congelamento dei pagamenti da parte di una delle imprese dello sceicco regnante non è un default del paese, ma il significato per la comunità internazionale è comunque quello di un default visto che le casse dello stato si confondono con quelle dell'imprenditore e che in nessuna di queste sembra esserci il denaro per pagare i debiti.
La giostra finanziaria dell'emiro è rimasta a secco di capitali e non da oggi; sono ormai mesi che il destino dell’emirato appare segnato e oggi Dubai è nella condizione che fu dell'Argentina, non ha i soldi per pagare i debiti in scadenza. Non ce li ha perché il potere magnetico di Dubai e dei suoi investimenti immobiliari è evaporato con l'apparire della grande crisi e con lo scoppio della bolla immobiliare, che ha trovato scoperte le scommesse sul futuro dell'emiro e dei suoi soci.
Non ci sono i soldi per aprire nuovi cantieri e nemmeno per terminare quelli già iniziati, progetti immobiliari già acquistati sulla carta in giro per il mondo, caparre già pagate e mutui già accesi che stanno andando in fumo perché il valore di quelle proprietà tende a zero, visto che in gran parte non si sa quando e se saranno mai realizzate. Lo sceicco e i suoi soci vendevano allo scoperto, come con le catene di Sant'Antonio e gli ultimi investitori pagavano a prezzi drogati la realizzazione delle case di quelli che li avevano preceduti. E’ bastato che la crisi rallentasse l'afflusso e lo sceicco si è ritrovato nella situazione di un Maddof qualunque, anche se sicuramente finanziariamente più coperto di Maddof.

Banche d'Affari: Bonus sempre più ricchi

Messo alle spalle un anno nerissimo per i lavoratori americani, i principali responsabili della crisi economica globale - banchieri e dirigenti dei colossi di Wall Street - si apprestano questa settimana a dividersi un bottino di gratifiche che ammonta a svariati miliardi di dollari. Di fronte all’indignazione dei contribuenti e ai tiepidi rimbrotti di qualche politico, le grandi banche d’investimento stanno cercando disperatamente qualche patetica operazione di facciata per dissimulare la realtà: una gigantesca spartizione di ricchezza generata da pratiche finanziarie ad alto rischio grazie ad enormi infusioni di denaro pubblico.
I bonus miliardari che stanno per essere distribuiti ai dipendenti più zelanti sono in linea, e a volte addirittura superiori, a quelli erogati negli anni del boom finanziario. In media, Goldman Sachs per il 2009 pagherà ogni suo impiegato 595 mila dollari, anche se ovviamente ai piani più alti ci saranno picchi di decine di milioni di dollari. Leggermente inferiore, invece, il valore medio dei premi concessi da JPMorgan Chase: 463 mila dollari.

Credit Default Swaps degli Stati Sovrani, un gioco molto pericoloso

Un pericoloso assalto si é abbattuto sulla Grecia. Come riferito da Wall Street Italia ci sarebbe la banca americana Goldman Sachs dietro al rialzo dei CDS (Credit Default Swaps) ellenici, secondo un rumor che circola nel pre-borsa delle sale trading di Manhattan. Il gioco al massacro dei broker ha l'obiettivo, a soli fini di profitto, di colpire il paese al momento più debole dei P.I.I.G.S. (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) ed eventualmente scardinare l'euro.
E' il gioco letale dei CDS - quello per intenderci che ha scarnificato il colosso delle assicurazioni AIG, poi salvato dal fallimento da un fiume di dollari pagati dal contribuente americano - ed è quello che hanno ripreso a fare le banche d'affari dopo i mega salvataggi del 2009. L’unica differenza, purtroppo drammaticamente rilevante, è che ora il rischio si è trasferito dalle ciclopiche entità finanziarie private agli stati sovrani. Il che complica di molto le cose, perché se per evitare il fallimento dei colossi “troppo grandi per fallire” gli stati e le autorità centrali hanno dovuto compiere manovre a dir poco straordinarie, adesso a ballare sono gli stati stessi e con loro, ovviamente, i loro cittadini.

Interessante: Kerself, anche nel 2010 incentivi al fotovoltaico

generosi incentivi al fotovoltaico dureranno per tutto il 2010. Grazie a un emendamento presentato alla Camera, all'interno del decreto salva-Alcoa, gli impianti fotovoltaici che saranno installati nel corso del 2010 beneficeranno degli incentivi del conto energia anche se non ancora connessi alla rete.


Il titolo Kerself si trova a ridosso di un importante supporto a 7,5 € passante per il minimo relativo di inizio maggio 2009.
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Interessante: Mediobanca triplica utile netto

Mediobanca (MB.MI) chiude il primo semestre dell'esercizio 2009-10 con un utile netto quasi triplicato e ricavi in crescita malgrado uno scenario macroeconomico ancora difficile.
Se questo trend di risultati dovesse confermarsi anche nei prossimi trimestri ci sarà spazio per una proposta di dividendo al board dopo che nell'esercizio 2008-09 la crisi ha costretto Piazzetta Cuccia a non distribuire cedola in contanti.
I primi sei mesi dell'esercizio 2009-10 si sono chiusi con un utile netto di 270 milioni contro i 100 milioni di un anno prima e un margine di intermediazione di 1,145 miliardi in crescita del 21,9%.
Lo spaccato dei ricavi mostra un margine di interesse in salita del 3,8% a 441,7 milioni e proventi da negoziazione che balzano dell'81,2% a 313 milioni.
A fronte di una dinamica dei costi in crescita del 16%, il cost/income comunque riesce a scendere al 34% dal 41% di fine giugno 2009.
Anche sul fronte patrimoniale si registrano progressi con il Core Tier 1 che si porta all'11% rispetto al 10,3% di fine giugno 2009. Il dato include alcune ipotesi di dividendo, secondo quanto spiegato dall'AD Alberto Nagel in conference call.
"Se continuiamo ad avere questi risultati ci sarà spazio per una proposta al board di un dividendo. Ma è troppo presto in quanto abbiamo davanti uno scenario fragile e bisogna essere prudenti", ha spiegato.

fonte: http://www.reuters.it/
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Obama: accusato di Socialismo Economico

Il presidente Usa Barack Obama ha difeso in modo deciso la sua agenda economica respingendo le critiche di "socialismo" e ribadendo che le sue politiche spingeranno la competitività statunitense.
"Contrariamente a quanto mi viene contestato da alcuni, io credo fermamente nel libero mercato", ha detto Obama in un testo preparato per la tavola rotonda con alcuni top manager.
Nel tentativo di combattere il calo di popolarità che lo ha colpito fra gli indipendenti, Obama ha detto che i suoi sforzi per un intervento radicale di revisione della regolamentazione finanziaria e per imporre un tetto alle emissioni nocive non sono finalizzate a ostacolare il mercato. Il presidente Usa si è impegnato a lavorare con il settore privato per rafforzare la crescita. Ma ha aggiunto: "Siamo arrivati a un punto nelle nostre politiche nel quale sforzi ragionevoli per aggiornare i nostri regolamenti o investire nel nostro futuro sono troppo spesso accolte da lamentele di 'invadenza del governo' o addirittura 'socialismo'".

fonte: Reuters
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Bernanke: confermata una politica di Tassi accomodante per accompagnare la Crescita

Il presidente della Fed Ben Bernanke, ha cominciato a presentare alle 16,00 ore italiane la relazione sullo stato di salute dell'economia Usa davanti al Congresso. Questi i punti salienti:

1) La Fed prevede di mantenere una politica di tassi accomodante per accompagnare la crescita, che al momento rimane fragile.

2) Il recente ritocco all'insù del tasso di sconto operato dalla Fed è stato motivato dalla volontà di scoraggiare comportamenti speculativi delle banche piuttosto che dall'intenzione di frenare l'accesso al credito da parte dei privati.

3) Si vede qualche segnale di ripresa sulla produzione manifatturiera dovuta in gran parte agli investimenti in tecnologia. La Fed indica un tasso di crescita del Pil compreso tra il 2,8% e il 3,5% nel 2010.

4) Il mercato del lavoro resta debole, ma si intravvedono i primi segnali di rallentamento del deterioramento. Il tasso di disoccupazione resta troppo elevato al 10% e anche l'obiettivo di scendere al 9,7% entro la fine del 2010 è ben lontano dalla "piena occupazione che prevede un tasso intorno al 5%.

5) Le condizioni dei mercati finanziari sono migliorate: le aziende hanno raggiunto un maggior equilibrio tra risorse disponibili e debiti, d'altro canto, continua a contrarsi l'attività di prestito alle imprese sia per l'irrigidimento delle requisiti richiesti sia per una minor richiesta di credito.

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Analisi e Previsioni settimanali di Borsa 15/19 febbraio 2010

Il rimbalzo dell’indice, raggiunta la media mobile a 50 settimane, è proseguito anche in questa ottava in modo omogeneo e senza grandi oscillazioni, se non in apertura di giornata di mercoledì in cui si è portato decisamente sopra quota 21.500.
La retta discendente (rossa) che unisce i massimi relativi del 19 gennaio (23.705) e del 2 febbraio (22.413) è stata superata ed archiviata senza problemi ma ora l’indice si trova al cospetto di 2 resistenze ben più impegnative.
La prima è la linea che passa a 21.922, il cui superamento l’ho sempre considerato di estrema importanza per il proseguimento del trend rialzista; la seconda, più complessa, è rappresentata dal punto d’intersezione (rosso) tra la linea orizzontale posta a 22.413 punti, coincidente con il massimo relativo del 2 febbraio a 22.413 punti e la retta discendente che collega due massimi relativi in diminuzione, eredità del rialzo di fine 2009 inizio 2010.
 Per poter parlare di un rialzo di lungo respiro l’indice dovrà quindi trovarsi stabilmente sopra i 22.500 punti. Fino ad allora si muoverà in un range laterale tra 20.900/22.200 circa.
In basso la media mobile a 50 settimane (curva gialla), che oggi corre a 20.757 avendo guadagnato 115 punti dalla scorsa settimana, sembra offrire un’ottima rete di protezione da rovinose cadute e, continuando a salire, costringerà l’indice a rompere le resistenze sopra descritte.
Tutto questo in assenza di fatti destabilizzanti, sperando non solo che non accadano ma che neanche se ne parli.
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Rialzo dei Titoli sensibili al Dollaro

Piazza Affari termina la seduta in territorio positivo grazie al traino di Wall Street. L'indice Ftse all share sale dello 0,35% e l'indice Ftse Mib guadagna lo 0,40%.
Tra i titoli principali in evidenza soprattutto quelli che beneficiano dell'apprezzamento del dollaro. Maglia rosa delle blu chip e' Autogrill che sale del 3,50% proprio grazie al rilevante business negli Stati Uniti. Acquisti anche su Ansaldo Sts che sale del 2,45%, sul settore del lusso con Geox e Luxottica che guadagnano oltre il 2%.
In evidenza anche Fiat che registra un rialzo del 2,35% dopo la flessione di ieri provocata dai dati deludenti di Daimler che hanno condizionato negativamente tutto il comparto auto in Europa. Bene anche Pirelli con un +2,35% e Parmalat +2,40%.
Contrastati i bancari tra i quali spicca la performance di Intesa Sanpaolo con un progresso dell'1%, poco mosse invece Unicredit e Mediobanca. Frazionale rialzo anche per Telecom e Atlantia, positiva terna dopo il piano industriale, lievi flessioni per gli energetici.
Sul resto del listino in tensione Antichi Pellettieri che mette a segno un balzo del 14% dopo l'accordo con le banche sul riassetto deld ebito. Strappo di Yorkville con un balzo del 20% mentre flessioni di quasi il 5% per Mondo HE e -3,55% per Poligrafici.

fonte: ASCA
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Rialzo a sorpresa del Tasso di Sconto in USA

Ieri sera, dopo la chiusura di Wall Street, la Fed ha annunciato l'aumento del tasso di sconto di 25 punti base, portandolo allo 0,75%.
Nel comunicato, la Fed sottolinea come la mossa non sia un passo verso una politica monetaria più restrittiva.
"Come la chiusura di diversi programmi di credito all'inizio del mese -si legge nella nota- questo cambiamento e' inteso come un'ulteriore normalizzazione delle lending facilities della Fed".
La Banca centrale ha aggiunto che "valutera' se saranno appropriati ulteriori aumenti" con lo spread con i Fed Funds (attualmente nella banda tra lo 0% e lo 0,25%) che e' stato portato a 50 punti base. Immediata la reazione dei mercati che portano il biglietto verde a volare su tutti i principali cambi andando a testare l'area 92.00 contro Yen, 1.0900 contro il franco svizzero e raggiungendo livello 1.5375 contro la sterlina.
Il cross principale, Eur/Usd, registra una velocissima discesa dopo il dato, che abbassa il valore del cross dal livello di resistenza a 1.3620 fino a toccare area 1.3500 in tarda serata. Per contro si innesta una trend discendente sui prezzo delle commodities, l'oro passa da 1124 $ per oncia a un minimo di 1101 $ per oncia nel giro di poche ore. In mattinata abbandona anche la soglia degli 1,35 dollari la moneta Europea, scivolando sui minimi degli ultimi nove mesi.

A smorzare la tensione che si era creata questa mattina sui mercati (i derivati sugli indici perdevano circa un punto percentuale) è arrivato il dato sull'inflazione in Usa in gennaio, inferiore al previsto. I prezzi sono cresciuti meno delle attese e questo allontana al momento la possibilità che la Fed alzi ulteriormente i tassi di riferimento.
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Online i nuovi modelli di dichiarazione per il 2010

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Pronte le versioni definitive dei modelli 730, Iva, 770 e Cud attesi da lavoratori dipendenti, pensionati, professionisti e datori di lavoro, chiamati anche quest’anno a compilare e inviare le rispettive dichiarazioni, documenti e certificazioni richieste. Semplificazione in pole position con la nascita del modello “Iva base”, versione “mini”del modello di dichiarazione Iva ordinario, che renderà la vita più facile a oltre 4 milioni di contribuenti.

Interessante: Sias, finanziamento 500 mln dalla Bei per To-Mi e altre autostrade

La Banca europea degli investimenti ha stanziato finanziamenti per 500 milioni di euro a favore di Sias società autostradale che fa capo al gruppo Gavio.

Dello stanziamento complessivo, 350 milioni sono destinati al completamento dell'Autostrada Torino-Milano, per cui la Bei aveva già erogato 150 milioni nel 2002. La parte restante riguarda altri interventi sulla rete autostradale gestita dal gruppo nel nord-ovest del paese.

fonte: Reuters
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Dividendo di 0,015€ proposto per Beni Stabili

Beni Stabili (BNS.MI) chiude il 2009 con una perdita netta di 51,5 milioni rispetto all'utile di 36,8 milioni registrato un anno prima e proporrà un dividendo di 0,015 da 0,01 euro nel 2008. Qualora l'Assemblea approvasse la suddetta distribuzione, la data di stacco e di pagamento della cedola sarebbero previste rispettivamente per il giorno 6 aprile 2010 e per il giorno 9 aprile 2010.
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GAP Up di Autogrill tra 7,8 e 7,9 euro

Segnalo un Gap up di Autogrill ancora aperto tra 7,8 e 7,9 euro (cerchio rosso).

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GAP Up di Ternienergia tra 2,5 e 2,6 euro

Segnalo un Gap up di Ternienergia ancora aperto tra 2,5 e 2,6 euro (cerchio rosso). Oggi Ternienergia  vale 3,8 €.
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GAP Down di Fiat tra 8,5 e 8,6 euro

Segnalo un Gap down di Fiat ancora aperto tra 8,5 e 8,6 euro (cerchio rosso). Oggi Fiat ord. vale 7,8 €.
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Mutui: sopensione della rata per 12 mesi per chi è in disagio economico

Non è per tutti, ma almeno chi vive situazioni di disagio economico correlate agli eventi drammatici contemplati dalla normativa potrà tirare un sospiro di sollievo. Si tratta della possibilità di sospendere il pagamento della rata di mutuo per un periodo fino a 12 mesi, la cosiddetta moratoria dei mutui inserita nel Piano Famiglie.
Vediamo chi può rientrarvi.
In primo luogo la moratoria può essere conseguita solo dai clienti delle 197 banche che hanno aderito all’iniziativa, che rappresentano un buon 70% degli sportelli bancari italiani. Il provvedimento riguarda i mutui di importo inferiore a 150.000 Euro ottenuti per acquisto, costruzione o ristrutturazione dell\'abitazione principale e vale per i clienti con un reddito imponibile fino a 40.000 euro annui, soggetti nel biennio 2009 e 2010 a eventi particolarmente negativi, come morte, perdita dell\'occupazione, insorgenza di condizioni di non autosufficienza o ingresso in cassa integrazione di uno dei debitori. La misura si applica anche nei confronti dei clienti che presentano ritardi nei pagamenti fino a 180 giorni consecutivi. Tali limiti rappresentano tuttavia criteri minimi, che ogni banca potrà estendere in modo favorevole alla clientela in difficoltà.
La richiesta va opportunamente documentata e quindi inoltrata alla propria banca, che avrà 45 giorni di tempo per accertare la sussistenza delle condizioni che aprono la porta alla moratoria del mutuo e disporre la sospensione desiderata. Gli istituti non sono però costretti a concedere l’interruzione del pagamento dell’intera rata; alcuni si limiteranno infatti al rinvio della sola quota capitale, che è tanto più modesta quanto più il mutuo è lungo e giovane. La dilazione non rappresenta un regalo in termini finanziari. Il rinvio dei pagamenti comporterà in ogni caso un ricalcolo degli interessi, la cui crescita sarà proporzionale alle somme rimandate al futuro, alla lunghezza del rinvio e ovviamente al tasso di interesse contrattuale.
Oltre all’allungamento del mutuo per via dell’aggiunta in coda delle quote capitale non pagate, dalla fine della sospensione si dovranno affrontare rate più alte per integrarvi le quote interessi non sostenute alla loro scadenza naturale. Ogni banca deciderà la lunghezza del periodo su cui distribuirle, facendo in modo di evitare che una volta superata la fase critica non ne subentri un’altra.

fonte: telemutuo.it
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Fiat: forte incremento delle vendite a Gennaio

Dopo che nel 2009 il mercato automobilistico europeo ha chiuso sostanzialmente in linea con l'anno precedente (+0,5 per cento i volumi), il 2010 inizia con un segno positivo. Infatti, a gennaio sono state immatricolate nell'Europa dei 27 (la Comunita' Europea piu' le tre nazioni aderenti all'EFTA) 1 milione 86 mila vetture, il 13 per cento in piu' rispetto allo stesso mese del 2009, quando gli incentivi alla rottamazione varati in molti Paesi europei non erano ancora entrati pienamente in vigore. Dal canto suo, Fiat Group Automobiles ha immatricolato in gennaio quasi 100 mila vetture, con un risultato migliore di quello complessivo del mercato avendo accresciuto i volumi di vendita del 19,4 per cento. In questo modo la quota e' aumentata di 0,5 punti percentuali, attestandosi al 9,2 per cento. Oltre alla crescita in Italia (+30,2 per cento), vanno segnalati i risultati ottenuti da FGA nel Regno Unito (+58,1 per cento) e in Spagna (+17,7 per cento).
did/did/lv

fonte:ASCA
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Cos'è il Superindice?

É in un certo senso il Superman degli indici, perché si tratta di un indice composito, cioè costituito da una serie di indici che vengono collassati per farne uno solo in grado di ‘tastare il polso' all'economia. Dato che l'economia è un organismo complesso, formato da più attori e plasmato da più forze, un indice che guardi solo a una parte dell'economia non riesce a dare questo sguardo di insieme.
In Europa ha titolo a esser chiamato ‘superindice' l'indicatore del ‘Sentimento economico' della Comunità: viene rilasciato ogni mese dalla Commissione Ue, per l'Unione europea, l'area euro e ogni Paese (riassume cinque indicatori: famiglie, industria, servizi, costruzioni, e commercio al dettaglio). Negli Usa il ‘superindice' più conosciuto è quello calcolato ogni mese dal Conference Board, ha funzioni previsive dell'andamento dell'economia ed è composto da undici indicatori.
(vedi anche Business climate indicator, Conference Board Consumer confidence index, Indice Ifo, Indice Zew, Indice Isae, Indice Pmi, Indice Tankan)

fonte: ilSole24ORE
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Cos'è la Surrogazione del Mutuo?

Il sistema bancario non è più la ‘foresta pietrificata', come la chiamava un tempo Giuliano Amato, ma la configurazione proprietaria delle banche, dopo tante privatizzazioni e tante fusioni, è cambiata molto di più di quanto non siano cambiate le pratiche restrittive rispetto ai clienti. É solo l'anno scorso, per esempio (con la Legge Bersani) che gli italiani hanno potuto ottenere quanto in altri Paesi è possibile da decenni, cioè la ‘portabilità' del mutuo. Prima, se si voleva estinguere un mutuo per aprirne un altro a condizioni più convenienti, bisognava pagare pesanti penali. Oggi è invece possibile la surrogazione (o surroga) del mutuo, cioè è possibile, con una semplice scrittura da comunicare alla conservatoria dei registri immobiliari, far subentrare una nuova banca alla vecchia, conservando la stessa ipoteca. E la banca vecchia non può far niente per impedirlo, e meno che mai stipulare un contratto di mutuo che escluda la portabilità.

fonte: ilSole24ORE
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Grecia: l'Ue chiede più sacrifici, Atene prende tempo

"Stiamo facendo quanto è necessario, lo abbiamo fatto e saremo in grado di farlo". Il 'mantra' del ministro delle Finanze greche George Papacostantinou arriva puntuale al rintoccare delle campane Ue, che sul dissesto dei conti pubblici greci sono ben lontane dall'annunciare la fine della tempesta.

Lo stesso Papaconstantinou ha ribadito che il suo governo prenderà ulteriori misure correttive del bilancio "solo quando sarà necessario. E questo non è il momento giusto". "Abbiamo realizzato un programma di stabilità - ha ricordato - ed è stato approvato dalla Commissione Ue e inoltre abbiamo annunciato nuove misure supplementari. Adesso bisogna andare avanti con il buonsenso, che è quello della dichiarazione fatta dai capi di Stato e di governo della Ue, nella quale si dice che altre misure supplementari andranno prese se necessario. Questo - ha proseguito il ministro - lovedremo tra un mese e li' vedremo se, rispetto alla tabella di marcia di risanamento, ci sono stati degli slittamenti. Dobbiamo dunque rispettare il processo che e' stato fissato a livello della Ue". Il ministro greco ha quindi chiuso con una domanda: "Se io annunciassi nuove misure oggi fermerei gli attacchi dei mercati alla Grecia, oppure manderei un ulteriore messaggio di sfiducia?".

L'Ue si fa sentire con Atene

Il nuovo commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn poco prima si era convinto che la Grecia dovrà assumere "misure agiuntive" per raggiungere l'obiettivo che si è data di tagliare il deficit del 4%. "Ci aspettiamo - dice prima dell'inizo della riunione dell'Eurogruppo - che il Governo assuma misure aggiuntive per raggiungere questo obiettivo". La Grecia deve tagliare il deficit del 4% quest'anno, oppure potremmo chiedere misure aggiuntive, gli fa eco il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker.

Atene prende tempo

Per il Financial Times, tuttavia, la Grecia punta a "resistere" alle pressioni dei partner europei. Atene vuole aspettare il 16 marzo, quando sarà pronto il primo rapporto sullo stato di attuazione delle misure preparato da Commissione europea e Bce, incaricate dai leader Ue di un controllo serrato sul rigore greco, con la consulenza dell'Fmi. Il governo greco insiste che per il momento sono già sufficienti le misure addizionali gia' annunciate questo mese, e cioè un aumento delle accise sui carburanti e un ulteriore taglio dell'1% degli stipendi pubblici. Non a caso, il quotidiano britannico cita fonti diplomatiche francesi secondo i quali l'annuncio di misure aggiuntive oggi a Bruxelles è "improbabile".

Altre spiegazioni

La Commissione Ue ed Eurostat hanno inviato una lettera al governo greco in cui chiedono spiegazioni sul presunto aiuto fornito ad Atene da alcune grandi banche d'affari Usa per mascherare l'entita' del suo debito. "Aspettiamo le informazioni richieste entro fine febbraio", ha detto il portavoce del nuovo commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn. "Poi - ha aggiunto - daremo la nostra valutazione sui fatti".
Secondo quanto riferito dal portavoce del commissario Rehn, "Eurostat non e' al corrente delle transazioni" attraverso cui le banche d'affari statunitensi Goldman Sachs e JP Morgan avrebbero aiutato la Grecia a truccare il proprio bilancio, ricorrendo ad operazioni swap.
"Tali operazioni - ha spiegato il portavoce - in genere sono considerate legittime per quel che riguarda gli effetti che hanno sui conti pubblici e compiute attraverso accordi legali". Dunque, sono considerate legittime anche secondo le norme contabili di Eurostat, a patto che - ha spiegato ancora il portavoce - "tali operazioni siano fondate sui valori di mercato". E' questo che eventualmente dovrà essere valutato dalla Commissione Ue. Il caso è stato sollevato dal New York Times, secondo cui due grandi banche di Wall Street - Goldman Sachs e JP Morgan Chase - hanno aiutato la Grecia a mascherare l'entità del proprio debito pubblico, contribuendo all'attuale crisi di Atene e alle attuali difficoltà di altri Paesi della zona euro. In pratica i banchieri avrebbero premesso alla Grecia, ma anche ad altri Paesi dell'euro, di farsi prestare denaro al di sopra delle proprie possibilità, attraverso meccanismi swap che nei bilanci non risultano come prestiti. Atene avrebbe cosi' finanziato con questi strumenti il deficit di alcuni settori fondamentali, come quello della sanità pubblica, impegnando i futuri introiti delle tasse aeroportuali, dei pedaggi autostradali, delle lotterie di Stato.

Impossibile una bancarotta greca

Le rivelazioni del NYT gettano altre ombre sulla trsparenza dei conti pubblici greci, ma in un'intervista all'agenzia Bloomberg Athanosios Orphanides, governatore della banca centrale di cipro e consigliere della Bce. "Sui mercati si registrano al momento spread eccezionalmente elevati sul debito greco, tuttavia, è mia personale convinzione che il 'default' di uno stato membro dell'eurozona sia impensabile".
Commentando l'andamento degli spread dei titoli di debito greco, Orphanides sottolinea che "i mercati finanziari hanno a volte reazioni eccessive che non necessariamente sono collegate ai dati fondamentali". La Bce, ha aggiunto, "si aspetta ed ha fiducia nel fatto che il governo greco prenderà tutte le misure necessarie per riportare in ordine i conti pubblici". La Banca centrale europea valuta "molto positivamente" la dichiarazione congiunta ue della settimana scorsa sulla Grecia.

fonte: Rainews24
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L'Europa si oppone ad Obama sui limiti alla taglia e alle prese di rischio delle banche

Bruxelles, 15-02-2010 La ricetta Obama non va giù agli europei. I ministri delle Finanze dell'Unione Europea sono uniti nell'opporsi alla proposta del presidente americano per imporre nuovi limiti alla taglia e alle prese di rischio delle banche: la 'Volcker Rule' in Europa non sarebbe in linea con gli attuali principi del mercato interno. Lo riporta Bloomberg citando una bozza di documento che potrebbe essere ratificata al termine della due giorni di lavori iniziata oggi a Bruxelles.
Nel documento i ministri delle Finanze esprimono la propria "preoccupazione per l'applicazione della Volcker in Europa. Ogni scelta politica dovrebbe evitare di spingere i rischi in altre parti del sistema finanziario". Tradotto: se Obama vieta alle banche commerciali americane di detenere in portafoglio hedge funds e pone un limite alla quantità di denaro che esse possono investire in questi strumenti, il denaro - pensano alcuni - cercherà approdi più rischiosi là dove è ancora possibile, a cominciare dall'Europa.
E ancora: alcuni paesi europei non amano, tradizionalmente, la divisione fra banche d'affari e banche tradizionali. E non vedono di buon occhio uno stop artificioso imposto a propri istituti bancari, che limitando dimensioni o confini del trading potrebbero di fatto vedersi sbarrata la strada alla crescita. E poi: come coordinare a livello internazionale controlli sull'applicazione della 'Volcker rule'?
La resistenza alla proposta Obama mostra le divisioni politiche esistenti su come rivedere le regole del sistema bancario per prevenire il ripetersi di crisi che costringano i contribuenti a salvare il sistema finanziario. La bozza di documento, datata 10 febbraio, è stata preparata - riporta Bloomberg - da rappresentanti dei ministeri delle Finanze europei, dalla Banca Centrale Europea e dalla Commissione Europea. Si tratta di un documento di 3 pagine in cui viene anche considerata la proposta di una tassa di stabilità sulle banche e la creazione di fondi nazionali o paneuropei per futuri salvataggi.

fonte: Rainews24
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Analisi e Previsioni settimanali di Borsa 8/12 febbraio 2010

Settimana interlocutoria in Borsa in cui sembra non sia accaduto nulla, visto l’esiguo risultato di un +1%, e invece, graficamente, sono maturate alcune cose molto interessanti. Cominciamo col guardare il grafico a 2 anni settimanale, grafico molto importante che vado segnalando dal post del 9 dicembre 2009 e che aveva previsto lo storno che stiamo attraversando.
Come si può vedere e ancor meglio apprezzare nello zoom, l’indice si è adagiato sulla media mobile (gialla) più lenta (50 settimane) e da essa, che in questa settimana è salita a 20.642 (dai 20.536 della scorsa settimana), la separano solo 380 punti. Sostanzialmente possiamo dire che tale media, finora, ha tenuto, anche se nel durante di lunedì 8 l’indice si è spinto fino a 20.465 punti. Altro elemento importante è la formazione di un doppio minimo a 20.815/20.818.

Cosa prevedere nella settimana entrante? Io credo che l’indice si muoverà nei dintorni della media mobile a 50 settimane ancora per un po’, divertendosi a punzecchiarlo e talvolta anche a oltrepassarlo, toccando quella mezza figura a 20.500 punti così vicina ed invitante. In salita la prima resistenza è la retta discendente che unisce i massimi relativi del 19 gennaio (23.705) e del 2 febbraio (22.413) ma che potrebbe eliminarsi da sola con un andamento laterale dell’indice. Molto più importante è la linea a 21.922 che io considero il crinale al di qua e al di la del quale cambia tutto.
In questo modo, con un prolungato andamento più o meno parallelo tra indice e media mobile, che ormai si è appiattita, si costruirebbe una figura di accumulazione che è il miglior viatico ad una prossima inversione e una bella risalita, che io da tempo prevedo in Primavera.
Certo, non è escluso che in presenza di turbolenze eonomico-politiche l’indice possa andare a testare anche i 20.000 punti con un affaccio al disotto, tanto per far scattare gli ordini di vendita automatici che li si trovano, ma non credo che possa ardire di più. Sa bene, e con lui il Grande Capitale, che oltre quella soglia c’è la Depressione e nessuno ha interesse che risorga dalle ceneri del ’29. Le Borse mondiali devono fare la loro parte per uscire dalla peggiore crisi degli ultimi 70 anni, come già hanno fatto. Le notizie che ora sono lette in negativo improvvisamente verranno lette in positivo. Prendiamo ad esempio le decisioni dell’Europa nei confronti della Grecia: ora vengono lette “l’Europa non ha deciso nulla per aiutare la Grecia”, poi verranno lette “l’Europa ha deciso di aiutare la Grecia intervenendo qualora i suoi sforzi per il risanamento non siano sufficienti, scongiurando il default”. E’ sempre il discorso del bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno e quando si parla di Borsa chi lo osserva e lo giudica, come gli conviene, è sempre il Grande Capitale.
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Dividendo Indesit proposto a 0,15€

Indesit (IND.MI) ha chiuso il quarto trimestre 2009 con dati in forte miglioramento rispetto allo stesso periodo di un anno fa: utile netto a 28 milioni eu, dalla perdita di 4 milioni; Ebit a 53 milioni eu, +174%, con un'incidenza sui ricavi salita al 7,6% dal 2,5%; ricavi a 695,6 milioni eu, -9,8%; verrà proposto un dividendo di 0,15 euro per azione.
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Dividendo Banca Generali a 0,45€

L'anno si è chiuso con un utile netto consolidato di 63,2 milioni di euro, da 7,9 milioni di un anno prima.
Il margine di intermediazione è migliorato del 52,2% a 252,2 milioni, l'Ebitda è aumentato del 165,1 a 111,3 milioni.
Gli asset in gestione a fine dicembre ammontavano a 22,2 miliardi (+17,2%).
Il cda ha proposto la distribuzione di un dividendo di 45 centesimi da 6 centesimi distribuiti nel 2008. Il rendimento è del 5,9%.

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Dividendo Fiat a 0,17€ ord., 0,31 priv. e 0,325 risp.

La proposta di dividendo corrisponde a 0,17 euro per azione ordinaria, 0,31 euro per le privilegiate e 0,325 per le azioni di risparmio.
"La ripresa della distribuzione di dividendi riflette la normalizzazione dei mercati dei capitali quale fonte di finanziamento per il Gruppo, nonche' la convinzione che il Gruppo ha la capacita' di continuare a generare utili, anche se in un contesto di mercato significativamente differente".
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Dividendo stabile per Saipem a 0,55€

il CDA di Saipem ha deliberato di proporre all'Assemblea Ordinaria la distribuzione di un dividendo, di 0,55 euro per ogni azione ordinaria e di 0,58 euro per ogni azione di risparmio, come  l'esercizio precedente, con stacco cedola il 24 maggio, nonostante l'utile in calo di quasi il 20% nel 2009
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Dividendo Eni a 1€ per azione da 1,3

il consiglio di amministrazione di Eni proporrà all´assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo di 1 euro per azione, rispetto a 1,3€ del 2008, comprendente anche l' acconto di 0,50 euro già distribuiti nel settembre 2009 a titolo di acconto.
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Dividendo Sabaf a 0,5€

Gli amministratori proporranno la distribuzione di un dividendo di 0,50 euro per azione contro gli 0,70 euro dell' anno scorso.
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Dividendo Cairo Communication proposto a 0,2€

Proposta la distribuzione di un dividendo di 0,2 euro per azione, che sarà staccato il 10 maggio.
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Dividendo Olinda Fondo Shops a 27,15€

Il Consiglio ha deliberato la distribuzione di un provento complessivo pari a 14,2 milioni di euro, per un dividendo ordinario di 27,15 euro per quota (pari al 100% dei proventi distribuibili), con un rendimento semestrale del 5,7%, annuo del 7,9%. Il Fondo ha conseguito dal collocamento un rendimento medio annuo del 7,8%, rispetto al target del 5,5%. Le quote di Olinda Fondo Shops negozieranno ex rimborso ed ex cedola a far data dal prossimo 22 febbraio. Il pagamento avverrà il prossimo 25 febbraio.
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Dividendo Tecla Fondo Uffici a 22,22€

Il Consiglio ha deliberato la distribuzione di un provento complessivo pari a 14,4 milioni di euro, per un dividendo ordinario di 22,22 euro per quota (pari al 100% dei proventi distribuibili), con u rendimento semestrale del 6,2%, annuo del 17,1%. Il Fondo ha conseguito dal collocamento un rendimento medio annuo dell’11,0%, rispetto al target del 5,5%. Le quote di Tecla Fondo Uffici negozieranno ex rimborso ed ex cedola a far data dal prossimo 22 febbraio. Il pagamento avverrà il prossimo 25 febbraio.
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Dividendo di 0,0425 e 0,0725 € proposto per Edison O. e risp.

Grazie al risultato netto della capogruppo che evidenzia un utile netto di 423 milioni (+14%) Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea degli Azionisti la distribuzione di un dividendo di 0,0425 euro per azione ordinaria e di 0,0725 euro per azione di risparmio, le cedole dello scorso anno furono rispettivamente di 0,05 euro e di 0,08 euro.
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Dividendo proposto a 0,20€ per Snam Rete Gas

Grazie ad un utile netto di 732 milioni di euro ,utile netto +38,1% ed utile operativo +25%, Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’Assemblea degli Azionisti, che sarà convocata il 27 e il 28 aprile 2010, in
prima e seconda convocazione, un dividendo di 0,20 euro per azione, di cui 0,06 euro distribuiti nell’ottobre 2009 a titolo di acconto. Il dividendo a saldo di 0,14 euro per azione sarà messo in pagamento a partire dal 27 maggio 2010 con stacco cedola il 24 maggio 2010.

Cos'è la Stagflazione?

Brutta parola, la stagflazione. Brutta dal punto di vista lessicologico. Brutta a pronunciare, un orribile neologismo sorto dal combinato disposto di due mali, la stagnazione e l'inflazione. Ma "eppur si muove", esiste e ce la dobbiamo tenere. É risorta oggi, quando l'impazzimento del prezzo del petrolio configura ormai un "terzo shock petrolifero", dopo quelli deleteri del 1973-75 e del 1979-80. La parola ‘stagflazione' ha bisogno di mettere assieme, come detto, fiammate dei prezzi e debolezza dell'economia. La stagflazione sorge quando l'inflazione proviene dai costi (come nel caso degli shock petroliferi), non dalla domanda. Se provenisse dalla domanda ci sarebbe inflazione ma non stagnazione. E in una situazione di stagnazione le polveri della politica monetaria sono bagnate. Aumentare i tassi di interesse non fa altro che indebolire vieppiù la domanda, senza per questo far abbassare il prezzo del petrolio. E potrebbe essere giustificato solo per evitare i cosidetti effetti di ‘secondo round', cioè il passaggio da prezzi in tensione a salari in tensione, e così via fino a creare una spirale inflazionistica.


fonte: ilSole24ORE

Cosa sono i Subprime?

subprime sono prestiti immobiliari concessi a soggetti a rischio, principalmente negli Stati Uniti. Quale rischio? Quello di un debitore che è già stato insolvente o che non dà alcuna documentazione circa i suoi redditi o le sue attività. Ebbene, società specializzate gli concedono una ‘seconda chance', assumendosi il rischio di non essere rimborsate, dietro il pagamento di tassi di interesse sensibilmente più alti e di commissioni e di more elevate. I subprime sono usati principalmente in due modalità: mutui o carte di credito.

Per difendersi dal rischio insolvenza, l'industria del credito subprime ha cartolarizzato il debito, emettendo obbligazioni ad alto rendimento che sono state acquistate da molti investitori istituzionali, anche all'estero: il rischio è stato così passato ad altri, ma è rimasto nel sistema. Questo sistema si reggeva solo nell'ipotesi che i prezzi delle case avessero continuato ad aumentare, rendendo così possibile il rifinanziamento del mutuo quando le rate fossero diventate pesanti. O nell'ipotesi che i tassi di interesse fossero rimasti bassi, così che le rate (almeno dei mutui, ma erano la maggioranza, a tasso variabile) non sarebbero diventate più pesanti.
Ambedue queste condizioni sono venute meno, e così nella seconda parte del 2007 è scoppiata la crisi dei subprime che ha sconvolto i mercati finanziari, specie a causa del fatto che quei prestiti immobiliari in sofferenza erano stati redistributi nel mondo attraverso la cartolarizzazione, e l'incertezza circa la loro collocazione (chi li aveva in portafoglio e per quali ammontari) ha paralizzato i mercati del credito, forzando perdite e minusvalenze nei bilanci di molto banche e società finanziarie, fino al fallimento o alla forzata nazionalizzazione di alcune di queste.

fonte: ilSole24ORE
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Cos'è il Tasso interbancario?

Anche le banche, come i comuni mortali, talvolta hanno bisogno di soldi. Per sopperire a momentanei scompensi di cassa, anche dalla sera alla mattina, c'è il mercato interbancario, in cui le banche che hanno un surplus di fondi li prestono a quelle che ne hanno bisogno. Entro le 10,45 di ogni mattina, dal lunedì al venerdì, le 50 principali banche europee devono comunicare al sistema TARGET (un sistema di pagamenti transeuropeo automatizzato) i tassi di interesse che intendono praticare alle operazioni di debito/credito con le altre banche (tasso interbancario). Entro le ore 11 la società Reuters provvede al calcolo della loro media ponderata e diffonde la notizia dei tassi che ne risultano (Euribor).

I diversi tassi Euribor si distinguono a seconda della durata: vanno da 1 settimana a 12 mesi ed hanno una grande influenza sulla vita pratica delle famiglie perché vengono utilizzati come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile. Normalmente il mercato interbancario funziona senza problemi. Ma nel corso della crisi dei mutui (2007-2008) molti granelli di sabbia sono entrati in quel meccanismo ben oliato. Dato che le banche non sapevano quanti titoli ‘tossici' fossero nei portafogli delle altre banche, c'era molta reticenza a prestare i soldi, anche per poco tempo, e i tassi interbancari, anche quelli di pochi mesi, sono lievitati sensibilmente al di sopra dei tassi-guida delle Banche centrali.

fonte: ilSole24ORE
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