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Che cos'è la BCE?

La BCE (Banca centrale europea) Istituita nel giugno 1998, dotata di personalità giuridica, assicura, direttamente o per il tramite delle banche centrali nazionali, lo svolgimento dei compiti assegnati all’Eurosistema e al Sistema europeo di banche centrali. Gli organi decisionali sono il Comitato esecutivo, il
Consiglio direttivo e il Consiglio generale. Il primo è costituito dal presidente e dal vicepresidente della BCE e da quattro membri nominati dai Capi di Stato o di Governo dei paesi che fanno parte della UEM. Il Consiglio direttivo, organo decisionale principale, è composto dai membri del Comitato esecutivo e dai governatori delle banche centrali nazionali della UEM. Il Consiglio generale comprende il presidente e il vicepresidente della BCE e i governatori delle banche centrali nazionali dei paesi della UE.

fonte Banca d'Italia

La disciplina italiana dei Covered Bond

Con il D.M. Economia e Finanze del 14.12.2006, n. 310 e le Disposizioni di vigilanza della Banca d'Italia del 17.5.2007 può finalmente dirsi completa la disciplina italiana delle obbligazioni bancarie garantite (c.d. “covered bond”).
Le emissioni di questi particolari titoli obbligazionari potranno così svilupparsi anche nel nostro paese sino a costituire il segmento di un più vasto mercato europeo che, negli ultimi tempi, ha assunto un’importanza crescente spinto, dal lato della domanda, da un bisogno di diversificazione e di protezione degli investitori e, da quello dell’offerta, dalla possibilità degli intermediari bancari di usufruire di una serie di vantaggi regolamentari.

Guarda lo studio completo in pdf (5Mb)

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Draghi, considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia

Relazione del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi alla fine del mese di maggio di ogni anno in occasione dell’Assemblea ordinaria annuale dei partecipanti al capitale dell’Istituto, aperta dal Governatore con la lettura delle “Considerazioni finali”.

Guarda la Relazione completa in pdf


Principi e criteri per l'attuazione del Federalismo Fiscale

  • autonomia e responsabilizzazione finanziaria di tutti i livelli di governo
  • attribuzione di risorse autonome alle Regioni e agli enti locali, secondo il principio di territorialità;
  • superamento graduale del criterio della spesa storica a favore:
1) del fabbisogno standard per il finanziamento dei livelli essenziali e delle funzioni fondamentali;

2) della perequazione della capacità fiscale per le altre funzioni;
  • rispetto della ripartizione delle competenze legislative fra Stato e Regioni sul coordinamento finanza pubblica e sistema tributario;
  • esclusione doppia imposizione sulla medesima base imponibile, salvo le addizionali previste dalla legge statale;
  • tendenziale correlazione tra prelievo fiscale e beneficio, in modo da favorire corrispondenza tra responsabilità finanziaria e amministrativa; continenza e responsabilità nell’imposizione di tributi propri;
  • previsione che la legge regionale possa, con riguardo alle basi imponibili non assoggettate ad imposizione da parte dello Stato:
1. istituire tributi regionali e locali;
2. determinare le variazioni delle aliquote o le agevolazioni che Comuni, Province e Città metropolitane possono applicare nell’esercizio della propria autonomia;
  • facoltà delle Regioni di istituire a favore degli enti locali compartecipazioni al gettito dei tributi e delle compartecipazioni regionali;
  • esclusione di interventi sulle basi imponibili e sulle aliquote dei tributi che non siano del proprio livello di governo e, in ogni caso, impossibilità di dedurre gli oneri fiscali tra tributi, anche se appartenenti a diverse categorie, i cui proventi non siano devoluti al medesimo livello di governo;
  • previsione di strumenti e meccanismi di accertamento e di riscossione che assicurino modalità di accreditamento diretto del riscosso agli enti titolari del tributo;
  • definizione di modalità che assicurino a ciascun soggetto titolare del tributo l’accesso diretto alle anagrafi e a ogni altra banca dati utile alle attività di gestione tributaria;
  • premialità dei comportamenti virtuosi ed efficienti nell’esercizio della potestà tributaria, nella gestione finanziaria ed economica e previsione di meccanismi sanzionatori per gli enti che non rispettano gli equilibri economico – finanziari o non assicurano i livelli essenziali delle prestazioni;
  • garanzia del mantenimento di un adeguato livello di flessibilità fiscale nella costituzione di un paniere di tributi e compartecipazioni, da attribuire alle Regioni e agli enti locali, la cui composizione sia rappresentata in misura rilevante da tributi manovrabili;
  • flessibilità fiscale articolata su più tributi con una base imponibile stabile e distribuita in modo tendenzialmente uniforme sul territorio nazionale, tale da consentire a tutte le Regioni ed enti locali, comprese quelle a più basso potenziale fiscale, di finanziare, attivando le proprie potenzialità, il livello di spesa non riconducibile ai livelli essenziali delle prestazioni e alle funzioni fondamentali degli enti locali;
  • semplificazione del sistema tributario, coinvolgimento dei diversi livelli istituzionali nell’attività di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale;
  • lealtà istituzionale fra tutti i livelli di governo e concorso di tutte le amministrazioni pubbliche al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nazionale in coerenza con i vincoli posti dall’Unione europea e dai trattati internazionali;
  • trasparenza ed efficienza delle decisioni di entrata e di spesa;
  • razionalità e coerenza dei singoli tributi e del sistema tributario nel suo complesso;
  • riduzione della imposizione fiscale statale in misura adeguata alla più ampia autonomia di entrata di Regioni ed enti locali e corrispondente riduzione delle risorse statali umane e strumentali;
  • definizione di una disciplina dei tributi locali in modo da consentire anche una più piena valorizzazione della sussidiarietà orizzontale;
  • territorialità dell’imposta, neutralità dell’imposizione, divieto di esportazione delle imposte;
  • tendenziale corrispondenza tra autonomia impositiva e autonomia di gestione delle proprie risorse umane e strumentali da parte del settore pubblico, anche in relazione ai profili contrattuali di rispettiva competenza.

Che cos'è l'indice RICI?

L’indice RICI (Rogers International Commodities Index) è un paniere di materie prime, ideato da Jim Rogers, socio fondatore, insieme a George Soros, del famoso Quantum Fund. Le motivazioni per la sua creazione si basavano sull’osservazione dell’andamento ciclico delle materie prime. Si può affermare a 12 anni dal lancio dell’indice RICI che Rogers abbia visto bene il nuovo trend rialzista in arrivo, sebbene l’andamento degli ultimi anni sia stato caratterizzato da una volatilità estrema.

A livello di macro-allocazione tra i vari settori di commodity è giusto notare che, almeno rispetto al 2005, non ci sia stato alcun cambiamento tra le seguenti allocazioni: energia 44%, agricoltura 34,9% e metalli 21,1%. Il numero di materie prime è stato aumentato leggermente nel corso degli anni, all’inizio 35, oggi 37, un segno della ricerca continua degli ideatori dell’indice, tra cui Rogers in prima persona, nel cercare di renderlo più rappresentativo possibile dell’importanza di ciascuna commodity nell’economia mondiale; va rilevato, infatti, che l’indice RICI è attualmente il riferimento più diversificato disponibile. Questa stabilità nei componenti dell’indice è importante in quanto fornisce certezza agli investitori nel corso degli anni; altri indici di commodity cambiano frequentemente i pesi dedicati ai loro componenti, il che rende meno efficiente l’esposizione alle commodity come categoria d’investimento.

Nel lungo termine, un indice diversificato come il RICI può svolgere due importanti funzioni all’interno di un portafoglio d’investimento: una correlazione inversa rispetto ad altre categorie d’investimento, malgrado questa correlazione inversa sia mancata recentemente, e una protezione rispetto all’inflazione. È soprattutto quest’ultimo pericolo a minacciare gli investitori in questo periodo di forte espansione monetaria a livello mondiale e la storia indica chiaramente che il modo migliore per proteggersi dall’inflazione è proprio tramite un investimento in materie prime.



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ITALIA-RUSSIA: VERSO ABOLIZIONE DOPPIA IMPOSIZIONE FISCALE SU BANCHE

Riunito il gruppo di lavoro dei due paesi. Si e' deciso di creare anche un centro di design a Mosca.
Roma, 20 maggio 2010,
Si è svolta al Ministero dello Sviluppo Economico la XI Sessione del Gruppo di Lavoro italo-russo per la cooperazione economica, dove si è deciso di porre le basi per la creazione, a Mosca, di un Centro italo - russo sul design.
Durante la stessa riunione da parte italiana è stata reiterata la richiesta di giungere alla soluzione della nota vicenda della withholding tax - la ritenuta alla fonte sugli interessi del 10%, prevista dall’articolo 11 della Convenzione per evitare le doppie imposizioni sul reddito ed il patrimonio vigente tra Italia e Federazione Russa - che continua a penalizzare, dal 2004, l’operatività delle banche italiane a vantaggio degli altri partner europei non gravati da tale tassa. A tal riguardo la Russia ha finalmente reso noto la disponibilità del proprio Ministero delle Finanze a riaprire le consultazioni relative all’eventuale eliminazione della withholding tax.
Tali consultazioni tra i competenti Ministeri delle Finanze potrebbero svolgersi già nel prossimo mese di settembre. "E' un passo in avanti di grande importanza - ha spiegato il Vice Ministro Adolfo Urso – perché l'abolizione di questa tassa permetterebbe di avere un giusto vantaggio competitivo per il nostro sistema bancario nel mercato russo. Un paese sempre più strategico per il Made in Italy quello della Federazione Russa dove l'Italia è già secondo partner commerciale europeo dopo la Germania"


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Attività alberghiera: rilevazione Pasqua 2010

Sulla base della rilevazione campionaria sull’attività alberghiera  l’Istituto nazionale di statistica comunica che nel periodo di Pasqua 2010, e precisamente dal 2 all’11 aprile, gli alberghi italiani hanno registrato, rispetto al periodo pasquale 2009 (dal 10 al 19 aprile), un aumento del 10,5 per cento degli arrivi e del 6,3 per cento delle giornate di presenza.

Guarda la rilevazione in pdf

fonte: ISTAT

Rapporto annuale sulla situazione del Paese

Il Rapporto annuale sulla situazione del Paese, giunto alla sua diciottesima edizione, è organizzato quest’anno in quattro capitoli, arricchiti come sempre da tavole statistiche e approfondimenti.


La pubblicazione si concentra in particolare sull'analisi della congiuntura economica e sul dispiegarsi della recessione, approfondendo i temi delle dinamiche e delle caratteristiche del sistema produttivo italiano e dell'impatto della crisi sul lavoro, sugli individui e sulle famiglie. Infine, prende in esame vari aspetti della sostenibilità: economica, sociale e ambientale.

GUARDA IL RAPPORTO in pdf

fonte: ISTAT

Indice prezzi alla produzione +1% ad aprile 2010 e +3,1 su aprile 2009

Sulla base degli elementi finora disponibili, nel mese di aprile 2010 , l’indice totale dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali con base 2005=100 è aumentato dell’1,0 per cento rispetto al mese precedente e del 3,1 per cento rispetto al mese di aprile 2009. Nel confronto tra la media degli ultimi tre mesi (periodo febbraio-aprile) e quella dei tre mesi precedenti l’indice è aumentato dell’1,3 per cento.
L’indice relativo ai prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno ha registrato un incremento congiunturale dell’1,2 per cento e un incremento tendenziale del 3,2 per cento. Nella media degli ultimi tre mesi l’indice è aumentato dell’1,4 per cento rispetto alla media dei tre mesi precedenti.
Per i beni venduti sul mercato estero l’indice ha segnato un aumento dello 0,6 per cento in termini congiunturali e del 2,6 per cento in termini tendenziali. Nella media degli ultimi tre mesi l’indice è cresciuto dell’1,3 per cento rispetto ai tre mesi precedenti.

fonte: ISTAT

Gli indirizzi web della Pubblica Amministrazione

MINISTERI


PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

MINISTERO DELL'INTERNO

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

MINISTERO DELLA DIFESA

MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

MINISTERO DELLA SALUTE

MINISTERO DELL' ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI

MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO

MINISTRO PER L'ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI GOVERNO

MINISTRO PER I RAPPORTI CON LE REGIONI

MINISTRO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E L'INNOVAZIONE

MINISTRO PER LE PARI OPPORTUNITÀ

MINISTRO PER I RAPPORTI CON IL PARLAMENTO

MINISTRO PER LE RIFORME PER IL FEDERALISMO

MINISTRO PER LE POLITICHE COMUNITARIE

MINISTRO DELLA GIOVENTU'

AUTORITA' INDIPENDENTI

AUTORITA' GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO

AUTORITA' PER LA VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI DI LAVORI, SERVIZI E FORNITURE

AUTORITA' PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI

AUTORITA' PER L'ENERGIA ELETTRICA E IL GAS

COMMISSIONE DI GARANZIA DELL'ATTUAZIONE DELLA LEGGE SULLO SCIOPERO NEI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI

CONSOB COMMISSIONE NAZIONALE PER LE SOCIETA' E LA BORSA

COVIP - COMMISSIONE DI VIGILANZA SUI FONDI PENSIONE

GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI

ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI PRIVATE E DI INTERESSE COLLETTIVO

ORGANI COSTITUZIONALI

PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA

SENATO DELLA REPUBBLICA

CAMERA DEI DEPUTATI

ORGANISMI PARLAMENTARI BICAMERALI

CORTE COSTITUZIONALE

CNEL - CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO

CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

CORTE DEI CONTI

ORGANISMI INDIPENDENTI

AGENZIA DEL DEMANIO

AGENZIA DEL TERRITORIO

AGENZIA DELLE ENTRATE

AGENZIA DELLE DOGANE

ARAN - AGENZIA PER LA RAPPRESENTANZA NEGOZIALE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

AVVOCATURA DELLO STATO

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

CRUI - CONFERENZA DEI RETTORI DELLE UNIVERSITA' ITALIANE

DIGITPA

ENEA - AGENZIA NAZIONALE PER LE NUOVE TECNOLOGIE, L'ENERGIA E LO SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILE

ISAE - ISTITUTO DI STUDI E ANALISI ECONOMICA

ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA

UNIONE ITALIANA DELLE CAMERE DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA

ORGANI DI GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA

CONSIGLIO DI STATO

Analisi di Borsa settimana 24/28 maggio e Previsioni

Ottava più che soddisfacente quella appena conclusa, al di la di un’impercettibile perdita dello 0,3% dell’indice che non racconta affatto gli avvenimenti che ha vissuto. Già, perché nella giornata di martedì 25 maggio il FTSE MIB ha passato momenti (e noi con lui) di vero e proprio panico, quando ha rotto il supporto a 18.846 (minimo relativo del 7 maggio), la trendline inferiore del canale ribassista in cui si trova e sembrava in procinto di perforare anche il livello psicologico dei 18.000 punti. A quel punto, fortunatamente, un sussulto d’orgoglio, aiutato dalle buone intenzioni cinesi che hanno rassicurato i mercati circa la loro volontà di continuare ad acquistare titoli europei, lo ha fatto risalire violentemente. 1250 punti recuperati in 2 giorni, grazie allo stellone venuto da oriente, sono stati una mano santa per un indice che ha letteralmente sfiorato il baratro.

Tutto a posto ora? Non sia mai! Questa volta (ancora una volta un’agenzia di rating) ci ha pensato Fitch a raffreddare l’ottimismo declassando il debito sovrano della Spagna da AAA ad AA+. L’incubo ritorna e gli stessi governi mondiali si interrogano se sia lecito dare alle agenzie di rating il diritto di emettere sentenze così importanti e con riflessi così profondi sulle economie degli stati. Il dibattito è aperto tra chi ne vuole limitare l’intervento e chi le ritiene delle sane vedette delle economie a cui non si deve mettere il bavaglio e c’è da scommettere che il confronto durerà per molto.

Intanto, graficamente, la situazione si complica. L’indice che dopo il rimbalzo intorno a 18.000 punti sembrava proiettato al veloce raggiungimento dei 20.000, avvalorato dall’irrisoria flessione di venerdì, ora viene visto sotto una nuova e più cupa luce. C’è una trendline (linea verde) che collega i massimi relativi succeduti da metà aprile ad oggi, toccata dall’indice proprio giovedì 27, che non mi piace affatto. E’ molto probabile che l’indice si andrà a ficcare all’angolo formato dalla suddetta linea verde e la pseudo parallela inferiore del canale ribassista in cui si muove da ottobre 09. L’uscita da questo angolo, in su o in giù, determinerà il futuro della Borsa e…molto di più.

Che cos'è il MIV?

Il MIV, Mercato Telematico degli Investment Vehicles, è un mercato regolamentato dedicato ai veicoli di investimento.

Il mercato si compone di 3 segmenti in funzione della tipologia di strumenti finanziari che vi sono negoziati:

1.Segmento Fondi Chiusi, in cui sono negoziate le quote di fondi chiusi mobiliari e immobiliari (precedentemente negoziati nel segmento MTF, classe 2)

2.Segmento Investment Companies in cui sono negoziate le azioni delle Investment Companies (precedentemente negoziate nel segmento MTF, classe 3 e 4).

3.Segmento Real Estate Investment Companies, in cui sono negoziate le azioni delle REIC originariamente previste sul mercato Expandi, che a far data dal 22 giugno è stato incorporato nel Mercato Telematico Azionario (MTA)

Strumenti finanziari negoziati sul MIV:

1.Fondi Chiusi (ex MTF, classe 2)

2.Investment Companies (ex MTF, classe 3 e 4)

  • Cape Live
  • Ergycapital
  • Management & Capitali
  • Meridie S.p.A.
  • Mid Industry Capital
fonte: Borsa italiana

Società uscite dalla Borsa dal 2008 al 28/5/2010

Clicca per ingrandire

fonte: Borsa italiana

Performance da inizio anno al 28 maggio 2010 titoli FTSE MIB




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Nomenclatura e classificazione delle Unità Professionali

Dalla collaborazione Istat-Isfol, nasce nel 2006 la Nomenclatura e classificazione delle unità professionali

PARTE PRIMA


Classificazione analitica per Unità Professionali

PARTE SECONDA

Nomenclatura delle Unità professionali

PARTE TERZA

Elenco alfabetico delle voci comprese nelle Unità Professionali
 
Guarda l'indagine
 

Posta Elettronica Certificata

La PostaCertificat@ è un servizio gratuito che consente ai cittadini di dialogare con le Pubbliche Amministrazioni dotate di PEC presenti nell'Indirizzario PA del Portale.
La PostaCertificat@ è un servizio di comunicazione elettronica tra Cittadino e Pubblica Amministrazione.
Il servizio è offerto a titolo gratuito e si rivolge a tutti i cittadini italiani maggiorenni che ne facciano richiesta (anche se residenti all'estero).
Attraverso la PostaCertificat@ ogni cittadino può dialogare in modalità sicura e certificata con la Pubblica Amministrazione comodamente da casa o con qualsiasi dispositivo in grado di connettersi ad internet senza recarsi presso gli Uffici della PA per:

•richiedere/inviare informazioni alle Pubbliche Amministrazioni

•inviare Istanze/documentazione alle Pubbliche Amministrazioni

•ricevere documenti, informazioni, comunicazioni dalle Pubbliche Amministrazioni

Le Pubbliche Amministrazioni con cui il cittadino può dialogare sono disponibili nell'indirizzario delle PA attualmente in fase di progressivo completamento.

Il servizio PostaCertificat@:

•fornisce tutte le garanzie di una posta elettronica certificata

•permette di dare ad un messaggio di posta elettronica la piena validità legale nei casi previsti dalla normativa

•garantisce data e ora riferiti all'accettazione e alla consegna del messaggio e l'integrità del contenuto trasmesso

Le limitazioni all'utilizzo della casella PostaCertificat@ per il cittadino sono:

•numero massimo di invii giornalieri, non superiore a 10;

•dimensione massima del messaggio pari a 30 MB;

•numero massimo di destinatari del messaggio 50*

* Gli invii di messaggi con numero di destinatari superiori a 10 saranno oggetto di monitoraggio da parte del Concessionario

La PostaCertificat@ garantisce un canale di comunicazione chiuso ed esclusivo tra Pubblica Amministrazione e Cittadino, non sono, infatti, previste comunicazioni al di fuori di tale canale, ad esempio tra Cittadino e Cittadino.

Le caselle PostaCertificat@ attivate dalla Pubblica Amministrazione per i propri dipendenti (in qualità di Cittadini) sono del tutto equivalenti alle caselle PostaCertificat@ per il Cittadino.


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DECRETO-LEGGE 10 maggio 2010, n. 67. Disposizioni urgenti per la salvaguardia della stabilità finanziaria dell’area euro.

DECRETO-LEGGE 10 maggio 2010, n. 67


Disposizioni urgenti per la salvaguardia della stabilità finanziaria dell'area euro. (10G0090)

(GU n. 107 del 10-5-2010)

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Guarda il testo intero cliccando su ulteriori informazioni

Decreto attuativo sul Federalismo demaniale

Il Governo raggiunge un'altra tappa verso il federalismo: il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 20 maggio 2010, ha approvato (su proposta dei Ministri Tremonti, Bossi, Calderoli, Fitto e Ronchi) il primo decreto attuativo in materia in attuazione dell’articolo 19 della legge n. 42 del 2009. Si tratta del primo decreto legislativo di attuazione della legge sul federalismo fiscale.

Il testo approvato recepisce i pareri espressi dalla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale e dalle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il decreto del Governo, in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, individua e attribuisce, a titolo non oneroso, a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni parte del demanio pubblico.

Guarda il Decreto approvato dal CdM n.94 del 20/05/2010

fonte: Governo.it

Decreto legge contenente misure finalizzate alla stabilizzazione finanziaria e alla competitività economica.

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Il Consiglio dei Ministri riunito il 25 maggio 2010 ha approvato un decreto-legge che contiene misure finalizzate alla stabilizzazione finanziaria e alla competitività economica.

La manovra nel biennio avrà effetti finanziari strutturali per complessivi 24 miliardi di euro. Obiettivo degli interventi è ricondurre il rapporto tra indebitamento e PIL nel 2012 al di sotto del 3%, come previsto dal Trattato di Maastricht.

La manovra è incentrata su tagli alla spesa pubblica, su una riduzione dei costi della politica e della pubblica amministrazione. Dal lato delle entrate, le misure si concentrano sul contrasto all’evasione fiscale e contributiva. Viene decisa la partecipazione dei Comuni alla lotta all’evasione, a fronte di un maggiore introito sulle somme recuperate. Rafforzate le verifiche incrociate fra Inps e Agenzia delle Entrate e introdotta la tracciabilità attraverso le fatture telematiche, mentre sono escluse nuove imposte o aumenti di quelle esistenti.

Sono inoltre previsti interventi fiscali a beneficio delle reti d’impresa; per la prima volta, un regime di fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno; misure per ridurre il peso della burocrazia; il rifinanziamento del Fondo per le infrastrutture; norme in materia di procedure fallimentari.

In materia di previdenza è prevista la riduzione delle finestre di uscita. Definite con il decreto misure contro i falsi invalidi. Sul fronte del pubblico impiego si stabilisce il congelamento per tre anni dei trattamenti economici, mentre viene introdotto un taglio per le retribuzioni pubbliche più elevate.

E’ stato altresì prorogato di ulteriori 60 giorni il termine per la fissazione di misure contro l’abusivismo nel settore del noleggio con conducente e dei taxi, al fine di dare seguito ai lavori dell’apposito tavolo tecnico istituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

fonte: Governo.it


Incentivi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia

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La proposta di legge (A.C. 2079) è finalizzata ad incentivare, attraverso l’introduzione di agevolazioni fiscali, il rientro in Italia di cittadini dell’Unione europea che hanno maturato esperienze all’estero (articolo 1).

A tal fine sono introdotte agevolazioni fiscali in favore dei lavoratori che rientrano in Italia per svolgere attività di lavoro dipendente, di lavoro autonomo o d’impresa. Il beneficio, consistente in una detassazione parziale del reddito imponibile determinato ai fini delle imposte sui redditi, spetta fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013. Si introducono anche alcune semplificazioni di natura procedurale e burocratica al fine di agevolare il rientro dei lavoratori.

Hanno diritto alla concessione dei benefici fiscali i cittadini dell’Unione europea dalla nascita, nati successivamente al 1° gennaio 1969 in uno degli Stati membri dell’Unione europea, sebbene residenti nel loro Paese di origine, allorché si verifichi una delle seguenti condizioni:

a) siano in possesso di un titolo di laurea, abbiano risieduto in via continuativa per almeno 24 mesi in Italia e abbiano avuto continuativamente negli ultimi 24 mesi un contratto di lavoro dipendente in un Paese diverso sia da quello di origine sia dall’Italia (articolo 2, comma 1, lett. a));

b) abbiano risieduto in via continuativa per almeno 24 mesi in Italia e abbiano svolto continuativamente negli ultimi 24 mesi un’attività di studio in un Paese diverso sia da quello di origine sia dall’Italia acquisendo un titolo di laurea o una specializzazione post lauream (articolo 2, comma 1, lett. b));

In ogni caso, il beneficio spetta a condizione che i suddetti lavoratori vengano assunti o decidano di esercitare un’attività d’impresa o di lavoro autonomo in Italia e trasferiscano il proprio domicilio, confermando la residenza, in Italia entro tre mesi dall’assunzione o dall’avvio dell’attività.

E’ rinviata ad un decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la individuazione delle categorie di soggetti sopra menzionati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

L’articolo 3 stabilisce le modalità e la misura del beneficio, consistente in una detassazione parziale del reddito imponibile, in favore dei lavoratori in possesso dei requisiti indicati.

La base imponibile per la determinazione delle imposte sui redditi, con riferimento ai redditi da lavoro dipendente, d’impresa e di lavoro autonomo, è ridotta al 20 per cento, per le lavoratrici, o al 30 per cento, per i lavoratori.

Il beneficio è riconosciuto nel rispetto dei limiti degli aiuti di minima entità stabiliti dalla normativa europea (cosiddetto de minimis) e pertanto non è soggetto all’obbligo di notifica e all’autorizzazione comunitaria.

Si dispone la non cumulabilità del regime di tassazione introdotto con la disciplina vigente di cui all’articolo 17 del D.L. n. 185/2008 (riduzione al 10% dell’imponibile per i redditi lavoro dipendente e autonomo realizzati da ricercatori e docenti all’estero) e di cui all’articolo 1, commi da 271 a 279, della legge n. 296/2006 (credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno).

Le pratiche burocratiche necessarie saranno curate dagli uffici Consolati italiani all’estero, anche d’intesa con la Società Italia lavoro S.p.A.

Le regioni, nell’ambito delle loro disponibilità, possono riservare una quota degli alloggi di edilizia residenziale pubblica destinati all’assegnazione in godimento o alla locazione per uso abitativo, per un periodo non inferiore a 24 mesi, in favore dei lavoratori beneficiari in possesso dei requisiti indicati.

In materia previdenziale, si prevede l’obbligo per il Governo di promuovere la stipula, con gli Stati esteri di provenienza dei lavoratori comunitari di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), di appositi accordi bilaterali finalizzati a riconoscere la totalizzazione dei contributi versati a forme di previdenza estere con quelli della previdenza nazionale.



Progetto F.A.L.S.T.A.F.F.: i nuovi strumenti doganali per la lotta alla contraffazione

Nel 2005 il progetto FALSTAFF ha ricevuto la Menzione d'onore (formato .pdf 156 KB) negli eEurope Awards, Oscar Europeo 2005 per le migliori iniziative di e-government, che ha avuto luogo a Manchester, presso la Presidenza del Regno Unito del Consiglio UE.


Vai al Progetto FALSTAFF

Partite IVA comunitarie

Questo servizio, dell'Agenzia delle entrate, consente agli operatori commerciali titolari di una partita IVA che effettuano cessioni intracomunitarie, di verificare la validità del numero di identificazione IVA dei loro clienti, attraverso il collegamento con i sistemi fiscali degli Stati membri dell'Unione Europea.

Le informazioni sono disponibili dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 20.00 ed il sabato dalle ore 8.00 alle 13.00 (GMT + 1.00 h).

Vai al Servizio

Italia: Carta doganale del viaggiatore, Travellers' customs card, Charte douanière du voyageur

La Carta Doganale del Viaggiatore, aggiornata con le recenti modifiche normative, è uno strumento di facile e pronta consultazione per conoscere le principali disposizioni doganali.

Un aiuto a tutti coloro che arrivino o partano dal nostro Paese, per essere in grado di predisporre in anticipo gli eventuali documenti necessari.

La Carta Doganale del Viaggiatore (file .pdf 2 MB), aggiornata con le recenti modifiche normative, è uno strumento di facile e pronta consultazione per conoscere le principali disposizioni doganali.


Un aiuto a tutti coloro che arrivino o partano dal nostro Paese, per essere in grado di predisporre in anticipo gli eventuali documenti necessari.

Travellers' customs card (file .pdf 1,46 MB)

Charte douanière du voyageur (file .pdf 1,37 MB)

ATTENZIONE:

Dal 1° gennaio 2009 il Decreto n° 195/2008 introduce modifiche e integrazioni alla normativa valutaria, tra cui un nuovo modello di dichiarazione.

Viaggi & Valuta: istruzioni per l'uso e modulo di dichiarazione di denaro contante

Guida dell'Agenzia delle Dogane (feb 09) sulle regole che debbono osservare le persone che si recano all'estero riguardo la valuta che portano con se.

Guarda la guida
Modulo di dichiarazione di denaro contante

fonte: Agenzia delle Dogane

I vantaggi fiscali della Previdenza Complementare

Guida dell'Agenzia delle Entrate sui vantaggi fiscali della Previdenza Complementare

1. LE FORME PENSIONISTICHE COMPLEMENTARI
2. COME SI FINANZIA LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
3. L’AGEVOLAZIONE PER IL VERSAMENTO DEI CONTRIBUTI
4. LE IMPOSTE SUI RENDIMENTI DEI FONDI PENSIONE
5. IL REGIME FISCALE DELLE PRESTAZIONI
6. QUANDO SI CHIEDE UN’ANTICIPAZIONE
7. IL RISCATTO DELLA POSIZIONE INDIVIDUALE

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Progetto per la gestione dei dati catastali e delle imposte locali

L'obiettivo complessivo dell'iniziativa è quello di fornire servizi per la gestione della fiscalità regionale e degli Enti locali. In tale contesto l'immobile rappresenta un bene su cui sono presenti varie imposizioni fiscali anche se l'ICI sulla prima casa di abitazione è stata eliminata. Ma la mancanza di personale, la carenza di banche dati aggiornate, la gestione dei dati catastali, in special modo nei piccoli comuni, è stata sempre carente.
A tal fine l'Agenzia Regionale per le Entrate (RES) si pone come struttura di supporto tecnico per i Comuni, sviluppando anche attività di aggiornamento e nuova formazione di profili professionali specifici (geometri, periti tecnici, ecc.) contribuendo anche a nuova opportunità occupazionale. Con tale azione si otterrà uno stretto rapporto con altre iniziative collaterali (digitalizzazione dei dati catastali, urbani e di terreni agricoli); inoltre sono state elaborate delle convenzioni, con il supporto del CNIPA, con la Regione Emilia Romagna, capofila del progetto Sigma Ter (Servizi integrati catastali e geografici per il monitoraggio amministrativo del territorio) conclusosi alla fine del 2006, per l'interscambio dei dati catastali con l'Agenzia del territorio in ambito di specifici interventi inerenti il "riuso" e la sperimentazione su 100 amministrazioni locali della banca dati immobiliare.

Obiettivi del progetto

L'intervento progettato è quello di fornire all'Amministrazione Regionale una serie di prodotti/servizi affinché si abbia una corretta documentazione per sviluppare una politica fiscale equa e basata su dati oggettivi e aggiornati e offrire ai comuni e alle province una consulenza e delle professionalità per la gestione fiscale e la pianificazione del territorio. Con la realizzazione dell'anagrafe immobiliare si possono controllare tutte le politiche fiscali del settore:

•ICI (per le abitazioni secondarie)

•Tarsu

•Imposte di registro su compravendite e contratti di affitto

•Reddito da fabbricati

•Ecc..

La puntuale conoscenza delle proprietà immobiliari consente alle amministrazioni locali di attuare una tassazione sul valore reale dell'immobile ma è indispensabile costruire modelli di comunicazione integrata fra i vari soggetti istituzionali deputati al controllo dei beni immobiliari (catasto, ufficio del Registro, Agenzia delle Entrate, uffici comunali, ecc.) che hanno dominio su parti del sistema e non sull'interrelazione delle varie componenti. Ciò può essere facilitato attraverso la realizzazione dell'anagrafe immobiliare a supporto della fiscalità locale.

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Appalti pubblici: nuovi criteri nella selezione delle offerte

Il Codice degli appalti prevede due diversi criteri per la selezione delle offerte, vale a dire quello dell'offerta più bassa e quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Il primo criterio prevede che l'appalto venga aggiudicato al concorrente che abbia formulato il prezzo più basso rispetto all'importo fissato dalla stazione appaltante. Il secondo, invece, si applica qualora la specificità dell'appalto richieda l'esigenza di valutare, accanto al prezzo offerto, ulteriori elementi. In quest'ultimo caso, l'articolo 83 del Codice degli appalti prevede che il bando di gara debba indicare, sin dall'inizio, quali siano i criteri di valutazione che la stazione appaltante intende porre a base dell'appalto.

Tale sistema permette all'Amministrazione di valutare la bontà dell'offerta sia sotto l'aspetto economico sia sotto il profilo qualitativo, valutando ulteriori requisiti tecnici ed estetici, quali, ad esempio, l'assistenza garantita, i tempi di consegna e qualsiasi altro elemento reso necessario dalla natura dei lavori. Vista l'ampia discrezionalità attribuita alla commissione giudicatrice, tale criterio è stato oggetto di numerose critiche incentrate, prevalentemente, sull'assenza di severi vincoli procedurali capaci di evitare fenomeni degenerativi. Mentre il prezzo offerto può essere considerato di per sé un dato oggettivamente valutabile, diverse sono le argomentazioni a sostegno di una valutazione tecnica o estetica dell'offerta presentata. In passato tali valutazioni venivano ritenute rientranti nella cosiddetta discrezionalità tecnica e pertanto sottratte al sindacato di legittimità del giudice amministrativo, il quale, peraltro, le poteva censurare esclusivamente per manifesta illogicità delle stesse.

Al fine di evitare comportamenti arbitrari, il legislatore ha limitato, in un primo momento, la possibilità di ricorrere alla procedura dell'aggiudicazione mediante offerta economica più vantaggiosa ai soli casi di affidamento di concessione di lavori pubblici ovvero di appalto-concorso. A seguito di una pronuncia della Corte di Giustizia, la normativa italiana è stata repentinamente modificata, prevedendo la possibilità di utilizzare questa procedura di aggiudicazione negli appalti sopra la soglia comunitaria. La cosiddetta Merloni quater (l. n. 166/2002), ha introdotto dunque il comma 1-ter all'articolo 21 della l. n. 109/1994, il quale prevede che «l'aggiudicazione degli appalti mediante pubblico incanto o licitazione privata può essere effettuata anche con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, determinata in base agli elementi di cui al comma 2, lettera a), nel caso di appalti di importo superiore alla soglia comunitaria in cui, per la prevalenza della componente tecnologica o per la particolare rilevanza tecnica delle possibili soluzioni progettuali, si ritiene possibile che la progettazione possa essere utilmente migliorata con integrazioni tecniche proposte dall'appaltatore».

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Guida all'autocertificazione

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Guida redatta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri volta ad eliminare i certificati inutili.

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Quali sono le tasse più odiate dagli italiani?

L'indagine sulle imposte più odiate dagli italiani, commissionata dal Tribunale per i diritti del contribuente, si inserisce nella più complessa attività di studi e ricerche istituzionali condotte da "Lo sportello del Contribuente" che monitorizza costantemente la fiducia dei contribuenti italiani

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Previsioni della Commissione Europea sulle Economie dei paesi membri UE, dei candidati e dei principali non UE

La Commissione pubblica le previsioni economiche quattro volte l'anno, queste sono del 5/5/2010. Le previsioni   coprono circa 150 variabili economiche, tra cui la crescita, l'inflazione, l'occupazione, il disavanzo e il debito pubblico, per tutti gli Stati membri dell'UE e diversi paesi extra-UE.
I documenti di previsione sono in pdf e in inglese

     Stati membri UE
Austria
Belgio
Bulgaria
Cipro
Cechia
Danimarca
Estonia
Finlandia
Francia
Germania
Grecia
Irlanda
Italia
Lettonia
Lituania
Lussemburgo
Malta
Olanda
Polonia
Portogallo
Regno Unito
Romania
Slovacchia
Slovenia
Spagna
Svezia
Ungheria

     Candidati UE
Croazia
Macedonia
Turchia

     Altri paesi non UE
Cina
paesi EFTA ((Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera)
Giappone
Russia
USA

fonte: Commissione europea

Derivati: nuove regole proposte dalla Commissione europea

La Commissione europea ha presentato una serie di proposte per regolamentare il mercato dei derivati , quei prodotti finanziari complessi che sono stati una delle cause scatenanti della recente crisi finanziaria.
La Commissione intende infatti introdurre nel 2010 una normativa per ridurre i rischi che questi titoli comportano per l'economia. Le proposte rappresentano l'ultimo di una serie di passi compiuti dall'UE per rafforzare la sorveglianza del settore finanziario, in modo da prevenire nuove crisi.
Il commissario responsabile dei servizi finanziari Charlie McCreevy ha affermato che le proposte segnano “un cambiamento di paradigma rispetto alla visione tradizionale, che considera i derivati come strumenti finanziari per uso professionale e quindi da sottoporre soltanto ad una regolamentazione leggera.”
Nella fase di stesura della normativa, la Commissione si propone di collaborare con i paesi del G20 per garantire la coerenza della politica condotta a livello mondiale. Le 20 principali economie hanno recentemente convenuto di adottare provvedimenti restrittivi nei confronti dei derivati, e l'amministrazione USA ha già introdotto una normativa in tal senso.
I derivati si chiamano così perché il loro valore è derivato dal prezzo di un elemento sottostante, come i tassi di interesse o il petrolio. Il piano dell'UE riguarda i derivati negoziati fuori borsa o OTC, vale a dire i titoli negoziati privatamente e direttamente tra le due parti.
La negoziazione di questi titoli è esplosa nell'ultimo decennio e con il mercato globale ha superato le centinaia di migliaia di miliardi di euro. Ma, negli anni che hanno preceduto la crisi, gli operatori hanno sottovalutato il rischio di inadempienza.
L'Unione europea desidera dare maggiore trasparenza al mercato richiedendo che le versioni standard di questi strumenti finanziari vengano negoziate tramite un sistema di compensazione centrale (CCP) per assorbire gran parte del rischio di inadempienza. Tutte le altre operazioni andrebbero registrate.
Le nuove norme impongono anche agli istituti finanziari di offrire più garanzie e di detenere maggiori liquidità a fronte delle operazioni che non sottopongono a compensazione centrale.
Su una questione correlata, la Commissione ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere pareri su come evitare che gli istituti bancari in crisi possano minacciare il sistema finanziario generale e imporre al contribuente di pagare per il loro salvataggio. Durante la crisi finanziaria una serie di fallimenti bancari ha evidenziato la necessità di nuovi strumenti giuridici per far fronte al loro impatto transfrontaliero.
Affermando che nessuna banca sarà più immune dal fallimento, il commissario McCreevy ha ribadito l'esigenza di un insieme efficace di disposizioni che possano individuare e possibilmente evitare il crollo di una banca, oppure consentirne il risanamento.



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Successioni transfrontaliere all'interno dell'Unione europea.

Proposte norme comuni per le successioni transfrontaliere all'interno dell'Unione europea.
I cittadini europei che ereditano beni in un altro paese dell'UE spesso si ritrovano invischiati nella burocrazia. Il diritto di successione varia da paese a paese, e spesso risulta poco chiaro quale ordinamento giuridico trovi applicazione.
Cercare di uscire da questo labirinto può risultare costoso e comportare tempi molto lunghi. Alcuni eredi finiscono per gettare la spugna, rinunciando a proprietà situate all'estero.
La Commissione propone ora di semplificare i diritti di successione transfrontaliera. In base alla normativa proposta, le persone che vivono all'estero potranno scegliere di far eseguire il proprio testamento secondo le leggi del paese di cui hanno la nazionalità.
Altrimenti, all'intera proprietà si applicheranno le leggi del paese di residenza del defunto, anche se ne fanno parte beni che si trovano in un altro Stato dell'Unione europea.
L'obiettivo è quello di porre fine a sentenze contraddittorie emesse da tribunali di diversi paesi europei sullo stesso patrimonio. Un'unica autorità, del paese di residenza o del paese di provenienza, dovrà occuparsi dell'intera eredità.
La Commissione propone inoltre di creare un certificato che consenta a eredi ed esecutori testamentari di provare il loro status in un altro paese. Attualmente, infatti, i paesi europei non sempre riconoscono i rispettivi documenti successori.
Ogni anno nell'UE circa 450 000 successioni comportano un elemento internazionale. l valore totale dei patrimoni in gioco dovrebbe raggiungere i 120 miliardi di euro all'anno.
Il commissario per la Giustizia Jacques Barrot ha affermato che la legislazione proposta offre maggiore flessibilità e certezza del diritto.
"È indispensabile che i cittadini e i legali siano in grado di capire e, in una certa misura, scegliere le norme applicabili ai beni che compongono una successione, indipendentemente da dove tali beni si trovino.”
La normativa proposta non influirà sulle imposte di successione, che continueranno ad essere disciplinate dalla normativa nazionale, come lo saranno questioni quali la definizione degli eredi o la ripartizione dell'eredità.

fonte: Commissione Europea
 

Vivere all'estero in un Paese europeo

Non è sempre facile per i cittadini europei ottenere un permesso di soggiorno in un altro paese dell'UE.
Circa 8 milioni di europei vivono e lavorano in un paese dell'UE diverso dal proprio, esercitando uno dei diritti fondamentali dei cittadini europei. Ma non è sempre facile.
Per contrastare i matrimoni di facciata ed altri abusi del diritto di soggiorno nell'UE, alcuni paesi hanno subordinato il rilascio dei permessi di soggiorno a condizioni che violano la legislazione europea.
Dopo diverse lamentele circa l'ambiguità delle disposizioni, la Commissione ha recentemente pubblicato alcune linee guida per chiarire la materia.
Alcune delle violazioni più frequenti riguardano i cittadini extra UE che, sposando un cittadino europeo, acquisiscono il diritto di vivere e circolare liberamente nell'UE.
Fino a poco tempo fa molti paesi richiedevano ai coniugi extra UE il permesso di soggiorno in un altro paese europeo prima di rilasciarlo per il proprio. Ciò agevolava l'espulsione delle persone sospettate di aver contratto matrimonio con un cittadino UE per soli fini di immigrazione. Ma l'anno scorso una storica sentenza della Corte di giustizia ha stabilito che tale requisito viola i diritti dei coniugi.
Non sono inoltre mancate le proteste nei confronti di alcuni paesi che chiedono ai cittadini dell'UE di esibire documenti inutili al momento della domanda di permesso di soggiorno.
Secondo le nuove linee guida, i paesi dell'UE possono esigere che i coniugi extra UE siano in possesso di un visto. Al tempo stesso però le autorità nazionali hanno l'obbligo di rilasciare ai coniugi un visto. I paesi dell'UE sono autorizzati a verificare che non si tratti di un matrimonio di facciata, anche se sulla base di una serie ben definita di criteri. Devono inoltre accertarsi di tener conto di tutte le circostanze pertinenti in ogni singolo caso.
L'espulsione è possibile se le persone rappresentano una minaccia per gli "interessi fondamentali" del paese. Inoltre, la libera circolazione può essere limitata per motivi di sicurezza pubblica.
Lo scorso anno l'UE ha verificato il rispetto della direttiva del 2004 sulla libera circolazione, riscontrando che diverse leggi nazionali che la recepiscono presentano gravi lacune. Nemmeno un paese è riuscito a recepire la direttiva europea in modo completo, efficace ed accurato.



Operazioni bancarie nell'Unione Europea

Gli europei possono ora far addebitare direttamente al loro conto fatture emesse in qualsiasi paese dell'UE.
All'inizio di questo mese è entrato in funzione un sistema che permette alle imprese di addebitare direttamente le fatture al conto di un cliente di un altro paese dell'UE. Questa possibilità faciliterà la vita dei proprietari di seconde case all'estero e degli studenti e pensionati che vivono in un paese diverso dal proprio.
L'addebito diretto evita ai clienti delle banche di dover staccare un assegno o fare un bonifico ogni volta che devono pagare una fattura. Si tratta di uno strumento che viene solitamente utilizzato per pagare servizi ricorrenti, quali la fornitura di elettricità, acqua e gas, il telefono e l'abbonamento a periodici.
Finora potevano ricorrervi solo le società aventi sede nello stesso paese della banca del cliente ma, con il nuovo sistema, oltre 2 500 banche offrono oggi un servizio di incasso mediante addebito diretto al di là delle frontiere nazionali.
Presto se ne aggiungeranno altre ancora: tutte le banche dell'area dell'euro sono infatti tenute a offrire il servizio di addebito diretto transfrontaliero entro il novembre 2010. Le banche non situate nell'area dell'euro hanno tempo fino al novembre 2014.
Il sistema, che costituisce un importante passo verso un'effettiva integrazione dell'economia europea, è disciplinato da nuove regole per garantire che l'addebito diretto funzioni in modo altrettanto facile e sicuro tra paesi diversi che all'interno dello stesso paese.
Gli europei possono già utilizzare le loro carte di addebito (le cosiddette carte bancomat) per ritirare denaro in un altro paese; il prossimo passo sarà la possibilità di pagare con la carta bancomat anche nei negozi all'estero. In prospettiva, saranno sufficienti un unico conto in banca nel proprio paese e un'unica carta per qualsiasi operazione bancaria in ambito europeo.
Oltre ai 27 paesi dell'UE, aderiscono al sistema altri cinque paesi: Islanda, Norvegia, Svizzera, Liechtenstein e Monaco.
Un'altra novità in questo settore: presto dovrebbe diventare più facile cambiare banca. Secondo l'accordo raggiunto, la nuova banca dovrà assistere il cliente a chiudere il vecchio conto e a far trasferire il saldo a quello nuovo. La maggior parte delle associazioni bancarie nazionali ha sottoscritto le nuove regole.


La commissione Europea e la strategia economica fino al 2020

La Commissione ha elaborato una strategia decennale per rilanciare l'economia europea e promuovere una crescita "intelligente, sostenibile e solidale" basata su un maggiore coordinamento delle politiche nazionali ed europee.
All'indomani della più lunga e profonda recessione nella storia dell'UE, la tanto attesa strategia Europa 2020 individua le grandi sfide del futuro. La crisi economica ha messo a nudo le gravi carenze di un'economia già fragilizzata dalla globalizzazione, dal depauperamento delle risorse e dall'invecchiamento demografico. La Commissione dichiara che questi ostacoli possono essere superati, se l'Europa decide di optare per un mercato più verde e innovativo che promuova il benessere sociale.
La strategia individua le seguenti priorità: sostenere le industrie a basse emissioni di CO2, investire nello sviluppo di nuovi prodotti, promuovere l'economia digitale e modernizzare l'istruzione e la formazione. Propone inoltre cinque obiettivi quantitativi, compreso l'innalzamento del tasso di occupazione ad almeno il 75% dall'attuale 69% e l'aumento della spesa per ricerca e sviluppo al 3% del prodotto interno lordo. Attualmente quest'ultima rappresenta soltanto il 2% del PIL, un livello di gran lunga inferiore a quello di USA e Giappone.
La nuova strategia riconferma gli ambiziosi obiettivi dell'UE in materia di cambiamenti climatici (20/20/20) e propone di ridurre il tasso di povertà del 25% per aiutare circa 20 milioni di persone ad uscire dall'indigenza.
Nel campo dell'istruzione, la Commissione vuole portare il tasso di abbandono scolastico al di sotto del 10% (dall'attuale 15%) e accrescere in maniera significativa (dal 31% al 40%) la percentuale dei giovani trentenni con un'istruzione universitaria.
Il documento propone che i governi concordino obiettivi nazionali che tengano conto delle condizioni di ciascun paese, aiutando nel contempo l'UE nel suo insieme a raggiungere i suoi traguardi. La Commissione controllerà i progresi compiuti e, in caso di "risposta inadeguata", formulerà un monito.
L'UE già sorveglia le finanze pubbliche per evitare squilibri tali da mettere in pericolo l'area dell'euro. La nuova strategia va tuttavia oltre e affronta anche altri problemi che potrebbero minare la competitività dell'UE.
Inoltre, individua sette iniziative prioritarie per stimolare la crescita e l'occupazione. Tra queste figurano i programmi per migliorare le condizioni e l'accesso ai finanziamenti nel settore della R&S, l'introduzione in tempi rapidi dell'Internet ad alta velocità e il maggiore ricorso alle energie rinnovabili.
I capi di governo dovrebbero discutere dell'impostazione generale della strategia alla loro prossima riunione a fine mese. I relativi dettagli, compresi gli obiettivi nazionali, saranno valutati possibilmente a giugno in occasione di un vertice.
Guarda l'intero Documento EUROPA 2020

fonte. Commissione Europea

La ripresa dell'economia europea si consolida

05/05/2010 La crescita del PIL dell'UE sta gradualmente crescendo, ma in modo meno dinamico rispetto a riprese precedenti.
La recessione è finita nel terzo trimestre 2009, soprattutto grazie alle misure monetarie e di bilancio prese per stimolare l'economia. Le ultime previsioni economiche dell'UE evidenziano però anche il ruolo svolto da fattori temporanei.
Nel 2010, l'economia dell'UE dovrebbe crescere dell'1%, un quarto di punto percentuale in più rispetto a quanto pronosticato dalla Commissione in autunno. Il miglioramento è in parte dovuto alla ripresa dell'economia mondiale. Per il 2011 è previsto un aumento del PIL dell'1¾%.
Il dinamismo della ripresa è destinato ad essere sempre più variabile da un paese all'altro, in funzione delle circostanze e delle politiche nazionali.
Durante la recessione, la disoccupazione ha registrato un forte aumento, anche se minore di quello temuto nell'autunno scorso. Nel 2010 il tasso di disoccupazione nell'Unione dovrebbe stabilizzarsi a un livello vicino al 10%.
Anche le finanze pubbliche sono state duramente colpite. Se i disavanzi dei bilanci nazionali non dovrebbero superare il tetto del 7¼% del PIL, si prevede che il rapporto tra debito pubblico e PIL continuerà ad aumentare.
C'è stato un lieve rimbalzo dell'inflazione dai bassissimi livelli del 2009, ma la fiacchezza dell'economia dovrebbe frenare gli aumenti di prezzi e salari. Le proiezioni per il 2010 indicano un tasso d'inflazione dell'1¾% per l'UE nel suo complesso e dell'1½% per l'area dell'euro.
La ripresa continua ad essere caratterizzata da grande incertezza, come dimostrano le recenti tensioni sui mercati dei titoli di Stato. Nel complesso, comunque, i rischi nei due sensi si compensano.
La Commissione pubblica solitamente previsioni economiche quattro volte l'anno: due edizioni esaustive, in primavera e in autunno, e due previsioni intermedie, più sommarie, a febbraio e a settembre.



L'Estonia è pronta per l'euro

L'Estonia è pronta ma altri otto paesi che ne hanno fatto richiesta non sono ancora maturi per la moneta europea. Sei anni dopo l'adesione all'UE, l'Estonia soddisfa i criteri per adottare l'euro. La Commissione ha annunciato oggi che avrebbe raccomandato ai governi dell'UE di dare il via libera al passaggio della repubblica baltica alla moneta europea nel gennaio prossimo. L'Estonia, la cui moneta è ora la corona, sarebbe così il diciassettesimo paese ad adottare l'euro. L'annuncio è stato dato nel quadro della presentazione di una nuova relazione dalla quale risulta che altri otto paesi - Bulgaria, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Svezia e Ungheria - non soddisfano ancora i criteri per il passaggio all'euro. Il Regno Unito e la Danimarca hanno scelto di non adottare la moneta europea. Per entrare a far parte dell'area dell'euro occorre avere finanze pubbliche sane e un cambio e prezzi stabili; i tassi d'interesse devono essere bassi e la legislazione monetaria nazionale conforme al diritto dell'UE. L'euro è stato introdotto sui mercati finanziari mondiali nel 1999, mentre le monete e le banconote sono state messe in circolazione tre anni dopo. L'ultimo paese ad adottare l'euro è stato la Slovacchia, nel 2009. Oggi la moneta europea viene utilizzata quotidianamente da circa 329 milioni di persone, ossia quasi i due terzi dei circa 500 milioni di abitanti dell'UE.
fonte: Commissione Europea

La Commissione Europea presenta la sua agenda digitale

Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono strumenti essenziali per stimolare l'economia e affrontare problemi come i cambiamenti climatici e l'invecchiamento della popolazione.

La Commissione ha presentato un'agenda quinquennale per lo sviluppo delle ICT, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, che ambisce a sfruttare tutto il potenziale del digitale in Europa.

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Testo completo del trattato di Lisbona

Il trattato di Lisbona modifica i due documenti fondamentali dell’UE: il trattato sull’Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea. Quest’ultimo è ridenominato “trattato sul funzionamento dell’Unione europea”. Al trattato sono inoltre allegati diversi protocolli e dichiarazioni.

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Riforma del settore finanziario americano, linee guida

Di seguito le linee guida della riforma del sistema finanziario americano approvato in extremis al Senato il 20 maggio con 59 voti a favore e 39 contrari, dopo avere superato la durissima resistenza delle principali forze lobbistiche del Paese.
Prima di essere firmato dal presidente Obama, il testo dovrà essere riconciliato con quello approvato dalla Camera lo scorso dicembre. Il lavoro sarà portato a termine da un comitato congiunto Camera-Senato, e in quella sede potranno nascere nuove modifiche alle regole.
Nuova agenzia per la protezione dei consumatori.
 La nuova agenzia nascerà all'interno della Fed con poteri di regolamentazione e controllo su banche e società di servizi finanziari nei rapporti con i loro clienti. Il "bureau", fortemente voluto dallo stesso Obama, sarà guidato da un direttore indipendente nominato dal presidente degli Stati Uniti e confermato dal Senato. Avrà il potere di emanare nuove regole sui rapporti fra il mondo della finanza e i consumatori.
Ad esempio, il "bureau" potrà intervenire sui tassi e le commissioni connesse all'utilizzo delle carte di credito, potrà emanare regole che impongono più trasparenza nei contratti per i mutui immobiliari e per il credito al consumo. Sprezzante il commento di Jamie Dimon, il Ceo di JP Morgan: "Nient'altro che nuova burocrazia".
Carte di credito e di debito.
La Fed avrà il potere di limitare le commissioni che i commercianti sono tenuti a pagare alle società che emettono carte di credito e di debito. Fra i principali soggetti di questo business figurano Bank of America, Wells Fargo, JP Morgan, oltre naturalmente a Visa e MasterCard. Attualmente la commissione media è del 2% per le carte di credito e dell'1% per le carte di debito, per un valore complessivo negli Usa di 40 miliardi di dollari all'anno. La Fed dovrà vigilare perché le commissioni siano "ragionevoli e proporzionali".
Nasce il SuperControllore.
Il Senato ha votato la costituzione del Financial Stability Oversight Council, un nuovo organismo di controllo già soprannominato "super-regulator" che monitorerà le principali banche e società di Wall Street.
Guidato dal segretario al Tesoro Usa, il Council sarà composto da nove membri provenienti da altri organismi di controllo, e cioè dalla Fed, dalla Sec, dalla Federal Housing Finance Agency (mercato immobiliare), dalla Cftc (mercato delle materie prime) e da altre agenzie.
Fra i poteri del Council ci sarà quello di imporre a questa o quella banca più alti requisiti patrimoniali, di ordinare a broker, dealer e hedge fund di sottoporsi ai controlli della Fed, o di obbligare società finanziarie o banche a liberarsi di attività o rami di azienda ritenuti "una grave minaccia" per la "stabilità finanziaria" degli Stati Uniti.
Guinzaglio alle banche.
E' stata chiamata "Volcker rule", la regola per cui può essere vietato alle banche di fare trading proprietario. Voluta da Paul Volcker, l'ex presidente della Fed oggi consigliere economico di Obama, prevede che alle banche e alle loro società controllate possa venire vietato anche di investire in hedge fund e in fondi di private equity.
Non è un divieto assoluto: secondo il testo approvato alla Camera, lo potrà stabilire la Fed nel momento in cui rileva che l'attività costituisce una minaccia per la società interessata o per il sistema finanziario nel suo complesso.
Se adottato nei confronti di Goldman Sachs, il divieto taglierebbe l'utile della banca di 2,3 miliardi di dollari e ridurrebbe di 3,2 miliardi quello (pretasse) di JP Morgan.
Il testo approvato al Senato aggiunge anche un limite alla crescita delle banche tramite acquisizioni o fusioni, che vengono vietate se la banca che risulterà dall'operazione di M&A avrà passività superiori al 10% del totale del sistema bancario americano. Attualmente le tre principali banche americane, Bank of America, JP Morgan e Wells Fargo sono già sopra questa soglia e per loro, quindi, è preclusa la possibilità di crescita mediante acquisizioni.
Agenzie di rating.
Moody's e Standard & Poor's sono fra i grandi sconfitti della riforma finanziaria. Il loro ruolo nella crisi del credito del 2007-2008 è stato aspramente criticato e la riforma prevede un meccanismo forte per arginare il loro potere. Viene istituito un Rating board che sotto la supervisione della Sec assegnerà ogni anno l'autorizzazione ad operare come società di rating. Oggi negli Stati sono circa una decina le società di rating autorizzate dalla Sec.
Quando un soggetto che emette un nuovo strumento finanziario che abbia come sottostante mutui, prestiti per l'acquisto di auto o finanziamenti per carta di credito, chiede il rating, dovrà rivolgersi al Board che indicheràquale società di rating gli darà il voto, eventualmente fissando anche il compenso. La riforma mira a eliminare il conflitto di interesse che si viene a creare quando le banche che emettono bond pagano Moody's e S&P per assegnare i rating.
Negli anni del boom immobiliare Usa, quando a Wall Street si piazzavano a ritmo incalzante bondrappresentativi di mutui immobiliari garantiti dalla tripla A, Moody's e S&P hanno fatto affari d'oro: fra il 2000 e il 2007 i loro ricavi sono quadruplicati.
Hedge Fund.
I famosi fondi di investimento privati, accessibili solo da chi vi investe come minimo 1 milione di dollari, vengono sottoposti all'obbligo della registrazione presso la Sec. La Sec compirà periodiche ispezioni e i fondi saranno tenuti a comunicare all'autorità di controllo la composizione dei loro portafogli. I dati, rigidamente riservati, serviranno per verificare che non si creino "rischi di sistema" e potranno essere comunicati al Financial Satbility Oversight Council, il nuovo organismo di controllo introdotto dalla riforma.

fonte: websim.it

Analisi di Borsa settimana 17/21 maggio e Previsioni

Dopo una lunga settimana, con momenti da cardiopalma, l’indice FTSE MIB ha concluso la sua erratica corsa a 19.536 punti, solo l’1,2% in meno del venerdì precedente. Ci possiamo stare. I momenti drammatici hanno avuto una causa ben individuabile nelle esternazioni inutili quanto dannose della cancelliera Merkel che: prima ha detto che la situazione dell’euro è molto preoccupante, poi ha proibito le vendite allo scoperto su alcuni stumenti fianziari (nonostante il parere contrario della Consob tedesca), poi ha ventilato una tassa sulle transazioni finanziarie facendo, da sola, evaporare 150 miliardi di capitalizzazione borsistica in un solo giorno, in pratica quanto avrebbe incassato in 100 anni di applicazione dell’ipotizzata tassa. In tre mosse ha dato scacco matto al mercato finanziario dell’intera Europa e non solo, complimenti. Questo succede quando si parla non per il bene dell’Europa ma solo per far sentire ai propri elettori quello che vogliono sentire. Chi si comporta in questo modo può definirsi un capo di partito ma non uno statista.
Riguardo la riforma dei mercati finanziari mi chiedo: invece di parlare senza alcun coordinamento fra i membri della UE non sarebbe meglio aspettare il testo della riforma finanziaria che sta per essere varata negli Stati Uniti? In fondo mancano solo pochi giorni o al massimo qualche settimana per il suo varo e un’armonizzazione tra la riforma Americana e quella Europea è indispensabile.
Giovedì è stato approvato il testo al Senato, in alcuni passi difforme da quello già approvato alla Camera, ora inizierà un periodo di rimbalzo tra i due organi fino alla definitiva approvazione. Aspettiamo e, soprattutto, taciamo. Se c’è una cosa di cui siamo sicuri che possa far male alle borse è il protagonismo verbale.
Intanto in Europa gli stati membri si danno da fare per ridurre o almeno contenere il proprio debito. Da noi, fortunatamente, abbiamo chi è in grado di fare la moltiplicazione dei “pani e dei pesci” quindi non abbiamo alcun problema. Ben 27 miliardi di euro compariranno senza che alcuno subisca danno e lo slogan “non metteremo le mani in tasca agli italiani” ricompare con urticante assiduità. Forse però sarebbe meglio dire “non metteremo soldi in tasca agli italiani”, sarebbe più vero e meno urticante. Ma non precorriamo i tempi, il Presidente del Consiglio ci ha già dato del “disfattisti”, attendiamo fiduciosi e prepariamoci alla radiografia, vedremo chi ha ragione.
Ad onor del vero qualcosa di buono si incomincia a sentire. Mi riferisco alla riduzione degli stipendi ai parlamentari e, soprattutto, ai manager di Stato. A quando anche una riduzione agli stipendi dei conduttori televisivi? Il compagno Santoro che guadagna 700.000 euro lordi l’anno non si può sentire; non è anche lui un impiegato statale,visto che viene pagato con il canone Rai?

In attesa diamo uno sguardo alla situazione grafica. L’indice continua a muoversi all’interno di un canale ribassista che, per effetto della forte volatilità ha un andamento fortemente strombato. Finchè si muove in questo range le speranze di un rimbalzo, anche fin verso i 23.000, rimangono in vita ma permane anche la possibilità di un doppio minimo a 18.846 punti o anche un allungo fino a toccare la linea inferiore a 18.500. A mio avviso tutto è legato alla promulgazione della riforma della finanza che si sta preparando negli Stati Uniti e in che modo sarà accolta dal sistema bancario. E’ un atto talmente importante che lo ritengo, attualmente, superiore anche alla preoccupazione sul debito della Grecia. Un riordino in materia finanziaria è doveroso ma la gradualità è d’obbligo. Se avrà l’obiettivo del “tutto e subito” la riforma massacrerà le Borse di tutto il mondo, se sarà l’inizio di un percorso spalmato nel tempo avrà l’effetto “certezza” e potrà spingere le Borse a vistosi recuperi. Speriamo che l’Europa non ci metta del suo a rovinare la festa.